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mercoledì 8 febbraio 2012

SIRIA.....CERCANDO DI CAPIRE QUALE GIOCO STANNO FACENDO I POTENTI


Misna- Febbraio 7, 2012 - 17:37 SIRIA
CONTINUA ‘ESODO’ DI AMBASCIATORI, IL NODO È ASSAD

Anche Madrid e L’Aia, dopo Londra, Parigi, Washington e Roma, hanno deciso di richiamare i loro ambasciatori in Siria “per consultazioni”. Una decisione annunciata quasi all’unisono con quelle degli stati del Consiglio di cooperazione del Golfo di espellere i rappresentanti diplomatici di Damasco e ritirare i propri ambasciatori dal paese in preda alle violenze.
Nessun ritiro di rappresentanti diplomatici ma nuove sanzioni sono state invece annunciate dall’Unione Europea che – secondo fonti diplomatiche a Bruxelles -  immagina misure per colpire transazioni della Banca centrale siriana oltre che l’esportazione di diamanti, oro e altri metalli preziosi.
A nulla sono valse le rassicuranti dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che al termine di un colloquio con il presidente siriano Bashar al Assad, ha fatto sapere  da Damasco che questi annuncerà presto la data di un referendum su una nuova Costituzione. LEGGI TUTTO


INT.  


mercoledì 8 febbraio 2012
SIRIA/ Così Assad si consegna alla Russia e allontana il fantasma di GheddafiIl regime siriano ha mobilitato la folla per ringraziare Russia e Cina, che hanno posto il veto (InfoPhoto)

«La situazione in Siria è drammaticamente chiara: la repressione va avanti e il regime di Assad continua a combattere la ribellione, portata avanti dalla popolazione e supportata da quella parte dell’esercito che ha voltato le spalle al regime. La situazione sta però cambiando, e più che di una ribellione, si deve cominciare a parlare di una vera e propria guerra civile». Gabriele Iacovino, responsabile del desk Nord Africa e Medio Oriente del CeSI, il Centro Studi Internazionali, commenta la delicata situazione siriana, dove le forze del regime di Bashar al-Assad continuano a bombardare i quartieri di Homs, bastione della rivolta, facendo salire giorno dopo giorno il numero delle vittime. I vari rapporti internazionali e i possibili interventi futuri, all’indomani del veto di Russia e Cina al Consiglio di Sicurezza.

Il rischio di una guerra civile di cui si parlava in questi giorni è quindi diventato realtà?
In Siria sta avvenendo proprio questo: i più alti quadri dell’esercito sono per la stragrande maggioranza costituiti da alawiti, quindi quella parte della popolazione a cui appartiene anche il presidente Assad. Invece i soldati e una piccolissima parte degli ufficiali fanno parte di altre confessioni religiose presenti nel Paese, soprattutto sunniti che, dopo aver defezionato, stanno portando avanti una vera e propria lotta contro il governo. Il problema principale resta la scarsa organizzazione dei ribelli del Free Syrian Army, come si fanno chiamare, dovuta anche alla repressione in corso. La situazione può essere anche considerata di stallo, perché da una parte c’è Assad che, per quanto possa usare la violenza per reprimere la ribellione, non riesce a riprendere il controllo del Paese, mentre dall’altra la poca forza dei ribelli non permette di creare serie difficoltà al regime.
Il New York Times ha fatto sapere che Washington potrebbe consegnare armi ai ribelli. Secondo lei è un’ipotesi possibile?LEGGI TUTTO

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