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martedì 14 febbraio 2017

ANIMA MISTICA SCRIVEVA L' 8 Marzo 2013 "Gli uomini di curia vaticana potranno anche nominare, ai sensi di legge, un altro capo alla Sede di Pietro, ma - per la particolare struttura mistico-giuridica dell'istituzione ecclesiale - costui, non essendo l'eletto dallo Spirito che è il Vicario di Cristo vivente, non sarà che un uomo, che siede nel tempio di Dio e presiede il grande consiglio di amministrazione mondiale."



In molti hanno affermato che la rinunzia di BXVI al potere giurisdizionale, che è ministero del Vescovo di Roma, ha desacralizzato la figura del Pontefice.
Considerato che Sua santità Benedetto XVI ha esercitato la sua facoltà di dismettere il potere terreno di governo istituzionale, per concentrare le proprie forze nell'accompagnamento spirituale della chiesa, la verità è che egli ha semmai agito nel senso di risacralizzare la figura del pontefice, divenuta ormai troppo simile ad un semplice capo di stato, o presidente di multinazionale a scopi filantropici, e soffocata dalla metastasi dei peccati della curia vaticana.
Con la sua rinuncia al governo istituzionale, il Vicario di Cristo ha tolto l'aura sacrale al potere mondano del vescovo, ed ha ricollocato nella sua dimensione relativa, di scelta umana, la forma giuridico-istituzionale del papato.
Egli ha esercitato il suo potere di pontefice scegliendo l'opzione potestà spirituale senza potestà giurisdizionale terrena per il vescovo di Roma, dal quale ogni potere pastorale deriva. Ha poi affidato 'a coloro cui compete' il compito di convocare il conclave, per lasciare a ciascuno la sua responsabilità di seguire o rigettare la scelta a cui il successore di Pietro è stato 'chiamato dal Signore'.