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domenica 13 aprile 2014

ASPETTIAMO L'ESTATE.....PRIMA PERO' ANDREMO AL VOTO!!!


Secondo un sondaggio Bloomberg, la BCE interverrà entro giugno per contrastare il rischio deflazione e l'euro forte. Analisti divisi sul tipo di interventi.


Circa i due terzi degli economisti intervistati da Bloomberg per il sondaggio mensile hanno risposto che la BCE potrebbe intervenire con nuove misure di accomodamento monetario entro il mese di giugno, al fine di contrastare il rischio deflazione, che l’Eurozona sembrerebbe correre, guardando alla crescita tendenziale in calo dei suoi prezzi.
Le previsioni Bloomberg

Circa la metà degli analisti ha risposto di ritenere che prima di intervenire, la BCE monitorerà i prezzi core e solamente se risulteranno ancora in calo, essa interverrà. Un mese fa, tale percentuale era al 76%.

E ancora: poco meno della metà ritiene che Francoforte adotterà misure multiple, dal taglio dei tassi agli acquisti di titoli, a nuove misure in stile Ltro. Il 13%, poi, crede che il governatore Mario Draghi potrebbe annunciare qualche intervento al board dell’8 maggio, che si terrà a Bruxelles.


Altro fatto importante è che ben il 60% degli intervistati da Bloomberg crede che la BCE interverrà contro l’euro forte, dopo che la moneta unica si è apprezzata del 6% contro il dollaro, negli ultimi 12 mesi, rendendo meno cari i beni importati, fenomeno che sta contribuendo al calo dell’inflazione.

Ufficialmente, la BCE non ha un target per il tasso di cambio, né può intervenire per manovrarlo sul mercato. Sul punto si veda la querelle dei mesi scorsi tra il presidente francese François Hollande e il governatore Mario Draghi. Il primo aveva chiesto che la BCE facesse qualcosa per ridurre le quotazioni dell’euro sui mercati valutari, ma il numero uno di Francoforte gli ha risposto che per statuto non può farlo e che semmai spetterebbe ai governi dell’Eurozona una tale decisione.
BCE contro super-euro?

Tuttavia, secondo Bloomberg, qualcosa la BCE la farebbe e stando alle previsioni, essa potrebbe far sentire la sua voce sui mercati, quando il tasso di cambio tra euro e dollaro dovesse toccare quota 1,40. Attualmente viaggia su 1,38. A quel punto, prima di passare ai fatti, Draghi potrebbe esternare sul caro euro e solo successivamente, in accordo anche con il governatore dellaBundesbank, Jens Weidmann, varerebbe misure di stimolo monetario per aumentare la liquidità interna e abbassare così il tasso di cambio.

Dal canto suo, proprio Weidmann ha ribadito nelle ultime ore che l’Eurozona non corre il rischio di cadere in deflazione. Nelle scorse settimane, però, egli aveva aperto a misure non convenzionali per evitare che un ulteriore apprezzamento dell’euro possa impattare negativamente sui prezzi.

Se sembra esserci una forte convinzione tra gli intervistati Bloomberg che la BCE agirà, regna parecchia incertezza su come lo farà. La sensazione è che Francoforte non sparerà subito le cartucce delle misure non convenzionali, visto che la maggioranza del board vorrebbe prima intervenire con tutte le azioni ordinarie del caso, in primis, con il taglio dei tassi, convinta che l’inflazione sia destinata a risalire nei prossimi mesi, per portarsi prima o poi al target di quasi il 2% annuo. Solo una volta verificati gli effetti di tali misure, se risultassero insufficienti, si provvederebbe altrimenti.


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