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lunedì 7 gennaio 2013

PIU' MONTI VA IN GIRO A PARLARE E PIU' PERDE CREDIBILITA' ANCHE PRESSO I CATTOLICI PIU' DISTRATTI!


di Assuntina Morresi 6 Gennaio 2013
Oggi Monti su Sky24 ha dichiarato, rispondendo a una domanda sulle unioni di fatto:

«La dignità della persona va profondamente rispettata. Questi sono temi importantissimi, anche di più delle riforme economiche e sociali. Su questi temi che sono meno urgenti ma non meno importanti, ci sarà credo un grandissimo ruolo del Parlamento e non necessariamente una convergenza».

Allora, visto che il prossimo 10 gennaio i cattolici di Todi incontreranno Monti, mi rivolgo loro pubblicamente e chiedo: su cosa vi confronterete con Monti?

Parliamoci chiaro: per i cattolici in politica il principale banco di prova sono i valori non negoziabili. Per il resto: tutti sono per la crescita dell’economia, nessuno vuole impiccare i poveri, l’inquinamento fa male a tutti. Le ricette per arrivare agli obiettivi condivisi sono diverse, e fanno parte del negoziabile, pur dipendendo anche dalla visione che abbiamo della società che vogliamo costruire, e per questo i valori non negoziabili sono la cornice essenziale di tutto.

Dire, come ha detto Monti, che di certi temi se ne occupa il parlamento, significa che la sua lista si comporterà come l’UdC, e cioè non avrà una posizione come partito, e su questi temi non metterà in gioco le proprie alleanze. E il prossimo parlamento avrà una maggioranza di sinistra – e le liste di Bersani&Vendola sono molto, molto a sinistra – e non dimentichiamo i grillini.

Se la lista Monti non prende posizione su questi temi, e non ne fa condizione per le proprie alleanze, mi dite che senso ha votarla?

Non bisogna confondere la libertà di coscienza dei singoli parlamentari – che c’è sempre stata – con la linea del partito, che, se non c’è, significa che su quei temi il partito in quanto tale non è disposto a combattere. Ci sono ottimi cattolici anche con il Pd, che hanno votato liberamente anche sulla legge sul fine vita, per esempio, ma non per questo io ho votato il Pd. Non voterò l’UdC perché Casini e i suoi hanno già detto che sono pronti ad allearsi con la sinistra, e quindi a sostenere un governo di sinistra, indipendentemente da quello che faranno su questi temi: che me ne faccio della testimonianza dei singoli politici, pur meritoria, se poi il loro partito non fa battaglia, e li lascia soli, in minoranza?

Qualche esempio: la legge 40, all’epoca, è passata perché i partiti che governavano l’hanno voluta e votata. La legge sul fine vita invece si è fermata appena è cambiata la maggioranza, perché questa nuova non aveva nessuna intenzione di impegnare il parlamento su un tema divisivo. E i singoli parlamentari non hanno avuto voce in capitolo, anche se erano tanti a volere quella legge: vi ricordo che al Senato la maggioranza assoluta dei senatori ha chiesto che se ne concludesse l’iter, ma la legge non è mai andata in aula.

Un partito può dire: voto questo provvedimento se tu, partito alleato, voti quello. Le scelte dei singoli parlamentari, invece, sono meno determinanti.

Le scelte dei partiti, insomma, contano moltissimo.

E quindi, se il 10 gennaio fossi insieme a quelli di Todi a incontrare Monti, chiederei: ci dica esplicitamente se intende impegnarsi o no, come lista, in difesa di vita, famiglia basata sul matrimonio fra uomo e donna, libertà di educazione.

Lo chiarisco con la mia solita, ruvida franchezza: qualche foto accanto al Papa e una stampa amica, qualunque sia, non mi bastano per decidere a chi dare il mio voto.

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