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venerdì 21 settembre 2012

NON AVEVO DUBBI CHE EMANUELE SAREBBE RIUSCITO NELL'INTENTO, L'HO CONOSCIUTO DUE ANNI ORSONO E L'HO INTRODOTTO NELLE VECCHIE "MEMORIE" DI LANGA....SONO VERAMENTE ANSIOSA DI VEDERE IL SUO FILM " E FU SERA E FU MATTINA"




CULTURAda www.linkiesta.it 21 settembre 2012 - 16:30
«Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme un progresso, ma lavorare in collaborazione un successo». Se Emanuele Caruso conoscesse questa frase di Henry Ford, è certo che svetterebbe su ogni locandina dei suoi film indipendenti. Classe 1985, fisico possente del mangiatore seriale e sguardo deciso, Emanuele Caruso è un giovane regista consumato da un sogno che molti considererebbero pura follia: girare con 65 mila euro un film che ne richiederebbe tre volte tanto. Per farlo ha dovuto raccogliere euro dopo euro i finanziamenti per dare al suo sogno la dignità di un prodotto cinematografico, recuperare pezzo per pezzo la sua troupe e architettarsi modi sempre nuovi per farla continuare a stare insieme. E, per seguire il ragionamento di Ford, tutto questo dovrebbe condurlo al successo.

La “follia” di Emanuele Caruso ha nome e cognome: E fu sera e fu mattina, film che il regista originario di Alba, in provincia di Cuneo, ha da poco finito di girare nelle Langhe, nello splendido borgo di La Morra. Il titolo è estrapolato dal primo libro della Genesi secondo la formula che chiude ognuna delle sei giornate in cui Dio crea il mondo. Solo che nel film di Caruso, la creazione avviene al contrario: ogni giorno che nasce e tramonta è un passo in più verso una catastrofe che cambierà le vite di ciascuno dei personaggi. 

Non possiamo svelare di più sulla trama, certi che sarà una sorpresa. Ma il film di Caruso è un avventura prima ancora che sugli schermi, nella vita reale. Nonostante il giovane regista abbia alcuni lavori alle spalle (i cortometraggi Una scelta di vita, Elogio alla solitudine e il lungometraggio Piove), questa volta voleva puntare più alto: «Sono stato sceneggiatore, regista, perfino attore dei miei primi film», racconta. «Ho sempre lavorato con persone reclutate fra il mio gruppo di amici. Ora avevo bisogno di professionisti, di fare sul serio». E fare sul serio, nel mondo del cinema, significa prima di tutto trovare i finanziamenti necessari a far girare una macchina assai complessa.

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