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mercoledì 15 agosto 2012

USCIRE DALL'EURO CI PORTERA' IPERINFLAZIONE???MA RESTARCI NELL'EURO NON CI PORTERA' A MORIRE A FUOCO LENTO???

Come ogni ideologia, anche il luogocomunismorinsalda il consenso col terrore. Che qualcosa suoni falso, nei grandi proclami ideologici, nel grande sogno europeo, i meno sprovveduti lo intuiscono presto. Basta leggere sul Sole 24 Ore le lucide parole di Da Rold: per un paese dell’eurozona, in caso di crisi “non ci sono alternative: o si svaluta la moneta (ma nell’euro non si può più) o si svaluta il salario”. Impeccabile: come ogni economista sa, e come del resto lo stesso “padre dell’euro”, Mundell, tranquillamente ammetteva, lo scopo del gioco, nelle unioni monetarie, è “disciplinare” i lavoratori, scaricando su di essi e solo su di essi il peso degli shock avversi. Il meccanismo funziona alla perfezione, se non fosse per un dettaglio: quando la crisi arriva, anche chi non se ne fosse accorto prima intuisce di aver preso una fregatura. Interviene allora, puntuale come un detonatore svizzero, il terrorismo, per convincerlo che nella trappola è meglio restarci.

Il terrorismo più naif echeggia le parole della nuova guida (rinuncio a tradurre) europea, Angela Merkel: “fuori dall’euro c’è la guerra!” Ma alla guerra, oggi, in Europa, non ci crede più nessuno: tutti pensano che sia ormai una cosa per persone dal colore della pelle diverso dal nostro, una cosa che quindi non ci fa più paura, a casa nostra, di quanta ce ne facciano la malaria o i tifoni.

Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è l’iperinflazione, sarà come a Weimar, andremo a fare la spesa con una carriola di monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia nelle menti degli elettori più ingenui (sperando siano i più numerosi). In queste parole lievemente imprecise certo non può esserci buona fede. Cerchiamo di riportarci almeno un minimo di buon senso:LEGGI TUTTO

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