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sabato 18 agosto 2012

SIGNOR MINISTRO DELLA SALUTE, "IL SILENZIO E' LA PIU' BELLA ESPRESSIONE DEL DISPREZZO"


Gli Istituti di Ricerca continuano a fornirci dati statistici nei quali sono evidenziate moltissime famiglie che sono colpite in almeno uno dei componenti da malattie provocate da disordini psichici che richiedono un’attivazione quasi permanente delle risorse affettive e relazionali del gruppo parentale, ancor più per la latitanza delle strutture pubbliche che danno scarsa assistenza ai malati di questo tipo.

Nell'opuscolo edito dal Ministero della Salute dal titolo "Il pregiudizio sulla malattia mentale è difficile da sradicare" si parla diffusamente e giustamente dei disturbi psichici che insidiano il cittadino, ma nulla sulle possibili iniziative legislative!

Allora si deve “parlare”, Signor Ministro della Salute, di doveri mancati dalle Istituzioni e quindi viene spontanea una domanda : quali provvedimenti legislativi il Governo Monti intenda prendere? Una cosa è certa ed evidente : la malattia mentale è in aumento, specie fra i giovani e cosa grave anche fra gli adolescenti e le Istituzioni, tutte e nessuna esclusa, dimentiche di questo “bubbone sociale”?

La Repubblica, secondo la Costituzione, deve promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto alla salute (art. 32) e rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione della tutela della salute e dal rispetto della persona umana : di ogni persona !

Oggi alcuni pensano che la soluzione migliore consiste nel riaprire (dolcemente) gli ex–ospedali psichiatrici, altri che la legge 180 (quella che ha “chiuso i manicomi”) è stata male applicata, altri ancora ritengono che il “malato” non è da ospedalizzare (forse pensando che con la buona parola in alberghi a 5 stelle”guariscono”). Non si ricorda che il Basaglia, autore e padre di quella legge, ha sempre affermato che il malato mentale è un soggetto da curare e non segregare.

Sono necessari, ripeto da lungo tempo nelle n/s Petizioni giacenti in Parlamento, provvedimenti legislativi e non vane parole, che possano dare ai pazienti, ai familiari, alla società, alla scienza medica quegli aiuti necessari per affrontare adeguatamente i problemi preposti e più gravi che mettano fine, anche, a quegli episodi dettati da menti malate che ogni giorno attentano la vita, anche, di ogni cittadino.

Non sono prioritari, necessari ed urgenti manifestazioni esteriori, che lasciano il tempo che trovano, come nell'opuscolo dal soporoso titolo "Il pregiudizio sulla malattia mentale è difficile da sradicare" per sensibilizzare la popolazione sui problemi dei pazienti affetti da disturbi mentali! 

La gente, Signor Ministro della Salute, conosce molto bene il "problema" in quanto lo vive sulla propria pelle e non deve essere “liberata” del pregiudizio, stigma sociali, discriminazioni od "altro", né responsabilizzata nella“consapevolezza sugli effetti negativi di atteggiamenti stigmatizzanti nei confronti delle persone con malattia mentale“, come si avverte nella lettura del libretto.

E’ un rituale che è stato “ereditato” da tutti i Governi passati, incapaci di ri-solvere queste necessità. La gente non ha pregiudizi: ha paura del nebuloso futuro ed è sprovvista di difese!

Bisogna non dimenticare, attenendosi allo stato attuale, che l’Italia dedica il 3,4% del budget di bilancio per la salute mentale, mentre la Tanzania il 7%, l’Australia il 10%, l’Inghilterra il 12%.

L’opinione pubblica anela ad una semplice cosa: la serenità ed il rispetto della persona umana, di ogni persona, insomma il rispetto dei diritti reali, altrimenti si è costretti continuare a considerare, come cita il Poeta inglese, che: "Il silenzio è la più bella espressione del disprezzo!”.

Il popolo non accetta di essere preso in giro!

E’ lecito sperare che il Governo Monti ed il Parlamento cominciano a “svegliarsi” da questo torpore per dare avvio ad una conclusione che porti al traguardo provvedimenti definitivi di riforme per questi “cittadini”, per le loro famiglie tanto attesi dall’opinione pubblica, ripetiamo fino alla noia, da ben 34 anni e non di libretti o libelli carichi di parole e carenze di fatti!

E con le parole del Beato Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza”.


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