Cerca nel blog

lunedì 11 giugno 2012

OGGI I MEDIA CI FANNO VEDERE UN "SIMPATICO" NAPOLITANO CHE SCENDE NEGLI SPOGLIATOI MA...... A MIRANDOLA, I TERREMOTATI NON HANNO POI COSI' APPLAUDITO IL PRESIDENTE!!!


8 giugno 2012 (MoviSol) – All'arrivo a Mirandola il Presidente della Repubblica è stato accolto dai cartelli del Movimento Solidarietà indicanti le ricette per uscire dalla crisi e per ricostruire l'Emilia.

Oltre alla proposta di separare le banche (come stabilì nel 1933 la famosa legge Glass-Steagall) ed emettere credito produttivo nazionale (meglio se tramite una banca nazionale capace di investire direttamente nelle infrastrutture e nelle imprese strategiche), i cartelli contenevano i riferimenti alle figure storiche esemplari della costruzione o della rinascita della nostra nazione: Giuseppe Verdi e Camillo Cavour, per il nostro Risorgimento e la liberazione dalle macchinazioni dell'impero britannico; Franklin Delano Roosevelt, per la ripresa dalla Grande Depressione del 1929 e la liberazione dalla minaccia nazista; ed Enrico Mattei, per la ricostruzione post-bellica.

Pochi istanti dopo aver alzato il primo cartello, il responsabile per l'Emilia Romagna Flavio Tabanelli è stato provocato da uno dei carabinieri che già lo avevano sott'occhio. Il carabiniere l'ha prima spinto sul petto e si è sentito chiedere "Perché mi mette le mani addosso?". In seconda battuta il militare gli ha gettato a terra il cartello. Al che, Tabanelli ha chiesto platealmente perché stesse calpestando un cartello per nulla offensivo, ma contenente dei suggerimenti politici ed economici.

I terremotati presenti hanno immediatamente espresso solidarietà e il carabiniere si è visto costretto ad allontanarsi.

Tabanelli ha quindi spiegato ai cittadini che il movimento previde la crisi finanziaria sin dai primi anni Novanta, già definendo i derivati finanziarii come il cancro dell'economia a livello globale, e dal 1997 chiede che i governi si riuniscano per decretare la fine di questo sistema finanziario fallito e rifondarlo in senso creditizio, in modo che si torni ad investire nelle imprese e nelle infrastrutture a livello planetario.

Intervistato da numerosi giornalisti, Flavio Tabanelli ha affermato che la separazione tra banche ordinarie e banche d'affari permetterebbe al governo di:
proteggere soltanto le banche autorizzate a raccogliere i risparmi ma vincolate a finanziare le infrastrutture e le imprese;
vagliare i debiti che, come nel caso eclatante della Grecia, sono attribuiti ai Paesi che si vuole colpire con l'austerità;
chiedere ai grandi creditori ragione dei titoli vantati, pronti a cancellare tutti quelli di origine illegittima (gioco d'azzardo finanziario, derivati, ecc.);
emettere i nuovi crediti produttivi, nella piena certezza che non finissero nuovamente fagocitati nel sistema speculativo del profitto a breve.

A chi gli ha chiesto un commento sulle lacrime di commozione del Presidente Napolitano ha immediatamente ribattuto che egli ha commesso un errore ben grave, nel fare Primo Ministro un Mario Monti che "sarà un buon contabile e avrà amicizie in alto, ma in fatto di economia fisica è incompetente", perché durante la Grande Depressione "Roosevelt in cento giorni mise le basi per la ripresa economica", mentre Monti non si differenzia dai governi precedenti, visto che "da cinque anni si dorme" e "si salvano le banche che hanno speculato".

Stiamo mettendo "125 miliardi nel fondo di stabilizzazione di un euro destinato ad implodere", ha proseguito Tabanelli, mentre, raggiunto dalle prime notizie del sisma, il 20 maggio Monti disse che non ci sarebbero stati molti soldi per intervenire. Questo significa che la ricostruzione dell'Emilia non è un problema locale. Sui terremotati, anzi, incombe l'incapacità dimostrata ben prima del sisma da politici impotenti davanti ai cosiddetti "poteri forti" dell'oligarchia finanziaria e incapaci di intervenire nella crisi della nostra Repubblica.

Ha anche ricordato la pluridecennale arretratezza delle infrastrutture attorno al gioiello del distretto biomedico, sorto più con capitali esteri che in virtù di una strategia creditizia nazionale: in passato fu tolta la ferrovia di collegamento con Finale Emilia e con Modena; lo scalo ferroviario di Mirandola è stato sostituito da un parcheggio dopo che la stazione è stata declassata a "fermata"; da quarant'anni si aspetta invano la superstrada cispadana al servizio dei paesi della "Bassa" e nulla si fa per ovviare al collegamento stradale con Modena, un percorso di trenta chilometri che sostituisce il letto, pieno di curve, di un antico torrente.

Alcuni manifestanti si sono dati a fischi e frasi insultanti, nei confronti del Presidente e dei rappresentanti delle istituzioni locali. Si spera che questi sappiano fare le dovute distinzioni e riconoscano il valore costruttivo delle proposte strategiche del Movimento Solidarietà.

Rassegna stampa

A differenza delle testate che hanno parlato soltanto dei fischi e degli insulti, alcune hanno riportato più o meno fedelmente il messaggio:

Modena Online riferisce che «Qualcuno ha anche esposto dei cartelli: [...] "Separare le banche e emettere credito e dare ossigeno alle pmi", "Ci vuole un Roosevelt per far rinascere le piccole e medie imprese"...»

Queste stesse citazioni approssimative sono riportare sull'edizione odierna di Qui Modena, a fianco della fotografia del cartello.

YouReporter.it contiene una videoregistrazione completa della protesta, ripresa anche dal sito del Corriere della Sera.

MO24.it, al minuto 4, riprende Tabanelli mentre espone il principio della Legge Glass-Steagall.

Il video de La Repubblica fa intravvedere la conclusione dell'episodio in cui Tabanelli subisce la provocazione del carabiniere, suscitando lo sdegno dei cittadini. Sull'edizione cartacea di oggi si legge: «un ragazzo issa un cartello contro le banche, un poliziotto glielo atterra con una manata, basta questo per far traboccare la pentola», a fianco della fotografia che ritrae integralmente la coppia di cartelli.
In un secondo paragrafo, dopo aver giustamente elogiato la protezione civile perché «sa rimettere in piedi le persone in tempi rapidissimi, ma non puntellare in fretta una economia terremotata», prosegue: «"Ci vuole un Roosevelt per le imprese" diceva uno di quei pericolosissimi cartelli di protesta sbattuti a terra dalla polizia. In questo sì, il piccolo Stato ha bisogno del grande Stato».

Il Corriere di oggi riporta sì la fotografia del cartello ma confonde l'esponente di MoviSol con la «decina di leghisti e militanti dei centri sociali che lo hanno fischiato tra Bologna, Mirandola e Crevalcore, ma che sono stati zittiti dagli applausi dei terremotati».

Vedi anche:




Nessun commento: