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lunedì 4 giugno 2012

MARIO MONTI "IL GRIGIOCRATE"


Perché il premier non ci piace



di 

Luca Negri  

3 Giugno 2012


A dirla tutta, non avevamo proprio bisogno di un libro contro Mario Monti per ammettere che non ci sentiamo troppo rappresentati dall’attuale Premier. Però veder sfilare la sua carriera, gli ambienti frequentati, le scelte passate e presenti, diciamo che fa un certo effetto, chiarisce un po’ di cose, insinua il legittimo sospetto che oggi in Italia si stiano facendo esperimenti, che siamo in una specie di laboratorio per il futuro dell’Europa del Sud. Un futuro favorevole ad interessi esteri e soprattutto sopranazionali.




A
(....) Appunto, dicevamo, fa effetto rileggere queste cose e scoprirne di nuove fra le pagine de “Il Grigiocrate” ((Fuori Onda edizioni), scritto dal prode terzetto Augusto Grandi (giornalista de Il Sole 24 ore), Daniele Lazzeri (scrittore che ha firmato opere su Jünger e Pound), Andrea Marcigliano (saggista esperto di geopolitica). I tre ci raccontano i momenti cruciali nella vita di Monti, a partire dal suo arrivo a Torino, dalla sua cooptazione nella Fiat di Valletta (così diversa dall’idea di impresa messa in atto da Adriano Olivetti). Alla corte degli Agnelli e nei salotti che controllano la città sabauda, Monti fece solide amicizie, ad esempio con Mario Deaglio ed Elsa Fornero. Membro del consiglio d’amministrazione Fiat dal 1988 al 1993, fu nuovamente utile alla ditta quando nelle vesti di Commissario Europeo alla Concorrenza raccolse molte richieste di aiuti pubblici.

(....) Gli italiani conoscono la Fornero per le lacrime in tv. Ma i suoi studenti torinesi la chiamano “Elsa la belva” e un motivo ci sarà. L’innalzamento dell’età pensionabile, le modifiche all’articolo 18, il mancato argine alla precarietà giovanile, l’Imu sull’unico bene rifugio rimasto, nuovi inasprimenti fiscali, sembrano rientrare in una precisa strategia: distruzione della classe media e conseguente crollo della domanda interna (saremo tutti costretti a a comprare cinese, che costa meno). Lo scopo sarebbe appunti di trasformare il Sud Europa (presto toccherà a Spagna e Portogallo) in “terreno di conquista” per chi ha ancora soldi da investire (gli imprenditori nostrani è noto che devono fuggire all’estero per reggere la concorrenza).

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