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martedì 5 giugno 2012

LA CHIESA, IL PAPA E I MEDIA

5 giugno 2012


(di Stefano Fontana su L’Occidentale del 04-06-2012) 

Da quando mons. Loris Capovilla aprì per la prima volta l’appartamento privato di un Papa – Giovanni XXIII – alle telecamere, l’incontro dei media con la Chiesa ne ha fatta di strada, soprattutto con il protagonismo di Giovanni Paolo II. Non è però ancora cessata la discussione sulla effettiva utilità di questi mezzi per l’evangelizzazione. Anche l’incontro mondiale delle famiglie a Milano ne è stato un esempio. Le domande e le risposte del Papa nella serata delle testimonianze di sabato scorso sono state certamente efficaci e spesso commoventi e il colpo d’occhio sul milione dei fedeli a Bresso pure.

Ma le concessioni allo spettacolo non corrono il rischio di bruciare il messaggio nel suo godimento immediato e di non lasciarne traccia? Non corrono soprattutto il rischio di orizzontalizzarlo, sociologicizzarlo, mediatizzarlo appunto? La mamma che parla di quando alla sera, stanca, deve fare la lavatrice certamente intercetta le situazioni di tante donne ma non riduce anche il bisogno di famiglia ad un bisogno sociale? La risposta alle richieste emerse a Milano dovrebbero darle le politiche sociali? Anche il sindaco Pisapia ha ospitato a casa sua una famiglia arrivata per incontrare il Papa e ha pure fatto il discorso di apertura – ambedue le cose ampiamente mediatizzate – ma poi le politiche familiari del Comune di Milano sono quelle che sono e domani, spiantati palco e mostre del Family Day, ritorneranno ad essere quello che sono.

I media enfatizzano e poi abbandonano. Il Papa è stato bravo a rispondere in modo curioso, interessante ed efficace alle domande di sabato scorso – anche a quella della bambina vietnamita sul paradiso – ma poi, quando parla da Papa e non da personaggio mediatico, la gente lo ascolta? Alla intelligente risposta tutti battono le mani, ma ai suoi discorsi? Alle sue encicliche?  LEGGI TUTTO

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