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domenica 15 aprile 2012

I PARTITI POLITICI S'INGRASSANO, GLI IMPRENDITORI S'AMMAZZANO, GLI ITALIANI CHE FANNO ???




Si parla tanto della modifica alla legge. Ma cosa comporta e, soprattutto, a quanto ammonta questa truffa immane che subiamo passivamente in modo indegno dalla casta politica?

Avrete sicuramente letto il post sulle imprese in crisi per colpa dello Stato. E avrete anche visto la mia proposta di utilizzare i soldi dei rimborsi elettorali ai partiti proprio per poter finanziare la crescita, lo sviluppo e quelle partite contabili che impediscono allo Stato di rimborsare l’IVA a chi di dovere.
Già, ma…a quanto ammontano questi rimborsi?

Ho scartabellato un po’ di dati e vi garantisco, mi è venuta voglia di vomitare. I numeri che ho ottenuto sono da manicomio criminale, da truffa aggravata, da pura delinquenza mafiosa a scapito del cittadino e dell’Italia intera!

Partiamo dall’inizio. Come sapete questa benedetta legge sui rimborsi elettorali è stata modificata. Ecco punto per punto le novità oppure…le NON novità…

L’accordo raggiunto nella maggioranza prevede la riduzione dei fondi elettorali per i partiti?

No. Il lavoro dei tecnici di Pdl, Pd, Udc e Fli in questa fase si è limitato a individuare il modo per rafforzare la fase del controllo sull’utilizzo delle risorse. Obiettivo: rendere più trasparenti i bilanci dei partiti dopo gli scandali che hanno coinvolto i tesorieri di Margherita (Luigi Lusi) e Lega (Francesco Belsito). Nessuno, ad eccezione di Radicali e Italia dei valori, si è detto disposto a rinunciare alla propria quota di finanziamento pubblico.

In che modo sarebbe assicurata la trasparenza?

I partiti saranno obbligati far certificare il proprio bilancio da un organismo “terzo”: la neonata “commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti politici”. La commissione sarà formata dai magistrati di Corte dei Conti, Corte di Cassazione e Consiglio di Stato. A lei spetterà verificare i rendiconti entro il 15 luglio di ogni anno. Dopo la palla passerà ai presidenti delle Camere, che su proposta della commissione potranno applicare «sanzioni amministrative pecuniarie pari a tre volte la misura delle irregolarità».

Le altre misure annunciate quali sono?

Il bilancio dovrà essere pubblicato su Internet, anche sul sito della Camera. La soglia al di sotto della quale per i donatori privati sarà possibile mantenere l’anonimato, inoltre, scende a 5mila euro (oggi è a 50mila). Le contribuzioni dei partiti a fondazioni, enti e istituzioni o società sopra i 50 mila euro annui faranno scattere un controllo automatico della Commissione. I partiti, infine, potranno investire la propria liquidità solo in titoli di Stato.

Quindi per i partiti cosa cambia?

Nulla, dal punto di vista dei contributi che le formazioni politiche ricevono dallo Stato in base alla normativa vigente. L’unica novità riguarda i tempi di erogazione dell’ultima tranche dei finanziamenti per le elezioni del 2008, pari a poco più di 100 milioni di euro, che invece di avvenire il prossimo 31 luglio sarà rinviata. Per il quinquennio 2008-2012 i partiti avranno comunque ricevuto, solo per le Politiche, oltre 500 milioni di euro (per l’esattezza 503.094.380,90).

Quanto hanno incassato finora i partiti?

La normativa attuale consente di accedere ai rimborsi non in base alla spesa sostenuta in campagna elettorale, ma in proporzione ai seggi, e quindi ai voti, ottenuti. Basta aver superato la soglia dell’1% dei voti validi. In questa legislatura il Pdl otterrà 206 milioni di euro, il Pd 180, la Lega 41 e l’Udc 26. Soldi ai quali bisogna aggiungere i fondi per le ultime elezioni regionali ed europee (68 milioni di euro per il Pdl, 58 per il Pd, 18 per la Lega e 11 per Udc e Idv.

Sarà attuato l’articolo 49 della Costituzione sulla democrazia interna dei partiti?

Solo nelle intenzioni, visto che la relativa proposta di legge continuerà a marciare su un binario separato essendo incardinata in commissione Affari costituzionali di Montecitorio. La calendarizzazione per l’Aula è prevista a maggio. A meno che i partiti non decidano di accelerare l’iter per incassare la tranche dei rimborsi che ancora gli spetta. I soldi, infatti, dovrebbero arrivare solo una volta che sarà data attuazione alla parte della Carta che impone regole democratiche ai partiti. (Source

Già solo per quanto letto qui sopra, il lettore quantomeno equilibrato viene colpito da convulsioni e stordimento. Ovviamente non cambia in sostanza un TUBO, un fico secco… E quest è l’Italia. Ricordatevelo ogni qual volta avrete a che fare con la politica…
Come scritto qui sopra, i partiti incasseranno fior di quattrini. Ma quanto hanno incassato in passato? Ecco una slide che ci può aiutare…
Vorrei farvi notare una cosa. Ricordate il 1993? C’è stato un referendum per abolire i finanziamenti pubblici ai partiti. Bene, ora guardate la slide e noterete che da allora, quasi per prenderci proprio in giro, i rimborsi elettorali sono lievitati a dismisura. Ma attenzione… guardate il “gap” tra spese realmente sostenute e rimborsi presi. Non vi sembra che ci siano delle differenze semplicemente pazzesche? E in testa in questo c’è proprio il PD, e poi Pdl e Lega… E anche Di Pietro dovrebbe farsi un esame di coscienza. Ma non è tutto…

Questa slide mette a nudo i gap tra spese realmente sostenute e i veri rimborsi ottenuti. Guardate!!! Tutti soldi REGALATI alla politica, ai vari Lusi e Belsito di turno!!! E poi…


E poi… parliamo di 2012. Da giorni non si parla che dei soldi che i partiti devono ricevere nella tranche di luglio. 100 milioni, giusto? In verità, secondo il tg di Mentana, la quota dei famigerati rimborsi elettorali sarebbe praticamente il doppio: 192.518.000 euro. Forse per amnesia, forse perché anche con il congelamento (poi saltato) dei rimborsi sulle politiche del 2008 in questo modo i partiti si sarebbero assicurati comunque una bella quota di milioncini, fatto sta che si sono dimenticati di dircelo.
Oltre ai 100 milioni, citati proprio nella prima parte del post, ai partiti spettano: 4 milioni per le regionali in Sicilia del 2008, due milioni e mezzo per le regionali in Abruzzo e Sardegna sempre del 2008, a cui si aggiunge un milione e mezzo da versare per le elezioni in Friuli, Trento e Bolzano. Fin qui, poca roba. Ma mancano ancora i 46 milioni delle Europee del 2009 e i 38 milioni delle altre regioni in cui si è votato nel 2010. Totale, quasi duecento milioni.
Un’omissione, se confermata, gravissima, visto che nel frattempo tutti si riempiono la bocca parlando di trasparenza. E ancora più fastidiosa visto che nel frattempo è tutto saltato,rinviato a data da destinarsi per problemi tecnici. La Camera ha infatti deciso che l’emendamento con le norme sulla trasparenza – che comunque non riducevano i rimborsi – non c’entra niente con il decreto fiscale in discussione. Se tutti i partiti avessere dato il loro assenso, non ci sarebbe stato nulla da ridire, ma Lega e Idv si sono opposti, mandando in fumo i sofferti accordi e le belle parole del trio Bersani, Alfano e Casini.

Niente commissione di controllo, niente obbligo di investire in titoli italiani, niente bilanci su internet e soprattutto niente congelamento della tranche. E quindi? Il tutto è rimandato a un disegno di legge, a cui lavorerà il solito trio ABC, con la promessa che la proposta sia assegnata alla commissione Affari costituzionali della Camera, cioè senza il passaggio in aula, per velocizzare l’approvazione. Ma tant’è: i tempi sicuramente si allungheranno, altre priorità salteranno fuori, l’opinione pubblica distoglierà l’attenzione e magari le promesse rimarranno solo promesse. (Source)

Amici, fatene quello che volete di questo post.
Secondo me è da stampare a caratteri cubitali e da pubblicizzare a manetta.
TUTTI DEVONO SAPERE.
ORMAI SIAMO ALLA FRUTTA E DOBBIAMO DIRE B-A-S-T-A!!!!

I sei punti per cambiare i finanziamenti (o rimborsi) alla politica

Per esempio, perchè non cominciare a prendere in considerazione delle proposte serie, concrete ed alternative? Eccovene una che ritengo assolutamente difendibile. E’ stata redatta dalla coppia Boeri/Bordignon.

Come prima cosa, si tratta di capire qual è il livello adeguato delle risorse necessarie. Le cifre che circolano sulla stampa, e di cui vorremmo capire di più, suggeriscono che i partiti abbiano effettivamente speso nell’ultimo quindicennio per la loro attività circa un quarto dei finanziamenti ricevuti. Se questa cifra fosse confermata, allora il finanziamento pubblico dovrebbe essere ridotto di tre quarti, un tetto di un euro per elettore per elezione piuttosto che quattro euro come adesso. 

Secondo, il finanziamento deve essere commisurato ai voti ricevuti, non agli elettori potenziali, per evitare la spinta alla moltiplicazione dei partiti inutili. 

Terzo, un rimborso spese, è un rimborso spese. Si esige in cambio della presentazione di ricevute attestanti le spese sostenute nelle fattispecie consentite dalla legge per svolgere determinate attività, non ex ante.

Quarto, il rapporto fra i voti effettivamente raccolti e il rimborso massimo consentito deve essere stabilito prendendo come riferimento il partito che ha ricevuto più voti in rapporto alle spese elettorali. È lo stesso principio di efficienza che si vuole applicare nelle spending review e che ispira la definizione dei costi standard nelle prestazioni sanitarie. I partito devono dare il buon esempio. Vediamo come questo principio può essere applicato alle elezioni del 2008. (…)

Quinto, i partiti sono associazioni volontarie di cittadini e tutti possono liberamente donare a delle associazioni volontarie, purché queste donazioni siano scrupolosamente documentate e rese trasparenti.

Sesto, però, per evitare che qualche signore ricco o qualche ricco gruppo di pressione abbia un’influenza eccessiva sulla politica, è necessario che esista un tetto massimo e fatto scrupolosamente rispettare, delle donazioni che individui, imprese o associazioni possono fare ad un partito. (Source)

Come vedete la “Mission Impossible” è decisamente “Possible”. Ma la politica deve fare un responsabile passo indietro. DEVE.

Condividete questo post a tutti coloro che vogliono un’Italia diversa, mandatela ai vostri amici politici. Tutti devono sapere che cambiare si può, si deve. Ma è giunta l’ora di dire BASTA ai privilegi della casta politica.

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