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mercoledì 9 novembre 2011

PRIMA DI ANDARE AL BLOGECONOMY DAY2 LEGGIAMOCI GIANNINO E CAPIREMO MEGLIO LA SINTESI DELLA SITUAZIONE CHE CI FARA' SABATO .....

Attenti a ciò che rischiamo! Già 50 miliardi di oneri e sarà peggio

di Oscar Giannino 9 novembre 2011



Gli spread stanno impazzendo, tra poche ore rischiamo di essere a quota 600, l’intera curva dei rendimenti per ogni scadenza è sopra il 7%. L’Italia rischia non la misisone ordinaria di monitoraggio del Fmi entro fine mese, ma dopodomani una squadra speciale del Fondo che sbarchi dagli elicotteri e ci imponga la secessione temporanea dai mercati, vincoli di capitale obbligatori e sanguinose manovre di ripresa di contatto con la realtà reale: il mondo non intende farsi coinvolgere nella follia di un’Italia che non è la Grecia ma non per quello che crede la sua classe politica, cioè troppo grande per fallire, ma non lo è appunto perché siccome siamo una fonte di contagio enorme il mondo interverrà con la cavalleria aerea per sbatterci alle corde, finché cambiamo marcia e disinnestiamo il pedale dell’irresponsabilità. Forse è bene porsi una domanda precisa. Quanto costa all’Italia, la drastica accelerazione del rischio di insolvenza pubblica che i mercati hanno iniziato a stimare da luglio ad oggi? E’ un esercizio contabile che vale la pena di fare, anche se pone rilevanti problemi economico-statistici, visto che le cifre su cui si può lavorare sono per lo più da stimare per approssimazione. Tuttavia dovrebbe rappresentare un esercizio obbligato per tutti i cittadini italiani, lavoratori e imprenditori, risparmiatori e contribuenti, in modo da sottoporre a un preciso rendiconto le responsabilità politiche di ieri, oggi e domani. E’ comprensibile che vasta parte degli italiani tenda a graduare le proprie valutazioni riferendosi al tradizionale asse valoriale destra-centro-sinistra. Ma non è male tentare anche di appoggiare il proprio ragionamento a qualche numero che si riferisca anche ai valori economici. Ieri sera  ci ho provato, quando lo spread era a 495 e non a 563 dove svetta ora che posto. Prosegui la lettura




Ma è davvero appropriato e giusto, chiedere che gli italiani mostrino il loro patriottismo correndo a sottoscrivere titoli del debito pubblico? L’appello lanciato da Giuliano Melani sul Corriere della sera ha fatto proseliti. E’ piaciuto alle grandi banche italiane, che hanno annunciato che rinunceranno alle commissioni sui titoli in occasione di un vero e proprio BTp Day. E’ è stata rilanciata da organi di stampa nel Nordest e molti presidenti di Unioni territoriali di Confindustria del Veneto hanno sottoscritto, tra il plauso di esponenti politici. Mi rendo conto che è assai scivoloso, rompere il coro pressoché unanime di consensi che si è levato in favore dell’iniziativa. Eppure penso sia giusto farlo. Prosegui la lettura


Mi sono astenuto dal seguire sul blog giorno per giorno l’andamento “obbligato” della perdita di credibilità italiana, l’ho fatto ogni giorno su radio24. Alla componente di credibilità soggettiva – che riguarda personalmente Berlusconi in maniera crescente da due anni a questa parte, ed è irreversibile a mio giudizio da tempo – si è aggiunta in sede internazionale e in maniera conclamata da luglio quella oggettiva, che riguarda la politica economica del governo. E’ una perdita di credibilità che investe Berlusconi e Tremonti insieme, anzi aben guardare dovrebbe riguardare  più il secondo del primo.  Prosegui la lettura





















 

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