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giovedì 30 settembre 2010

CREDERE FERMAMENTE NELLA POLITICA COME FORMA DI CARITA' AUTENTICA! UN'UTOPIA? NO, CI SONO MOLTI UOMINI E DONNE DI BUONA VOLONTA'

Bagnasco: la bellezza del bene comune bussola per il Paese






Discordie e inerzia? «Cambiare si può» • Il porporato: sconcerto e pena per gli scontri che bloccano la vita pubblica. Poi chiama i cattolici a rinnovare l'impegno nella politica Vita, famiglia, libertà religiosa e libertà educativa: «I valori non negoziabili non sono tali in ragione di una pregiudiziale cattolica»
di Mimmo Muolo

Tratto da Avvenire del 28 settembre 2010

Pur «angustiati» per l’Italia, «nazione generosa e impegnata» che però «non riesce ad amarsi compiuta mente», i vescovi lanciano un messaggio di speranza al Paese. «Cambiare si può». Ma «bisogna far presto», ri scoprendo «la bellezza del bene comune» ed attuando le riforme (compresa quella del federalismo) con oc chio attento alla solida rietà, all’unità naziona le e ai «valori costituti vi della civiltà: vita, fa miglia, libertà religiosa e libertà educativa». Ad interpretare il comune sentire dell’episco pato italiano è stato ieri il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella pro­lusione con cui nel pomeriggio ha aperto i lavori del Consiglio permanente. Le 11 cartelle del discorso, che come di consueto Avvenire pubblica integralmente, contengono uno sguardo a tutto tondo sulle maggiori questioni ecclesiali e sociali dell’attualità. E naturalmente non poteva mancare l’esame della situazione socio-politica del Belpae se, per la quale il porporato non ha nasco sto la preoccupazione propria e dei suoi confratelli. «Anche a noi – ha ricordato, in fatti –, è capitato di vivere nell’ultimo pe riodo momenti di grande sconcerto e di a cuta pena per discordie personali che, di ventando presto pubbliche, sono andate as sumendo il contorno di conflitti apparen temente insanabili; e questi sono diventati a loro volta pretesto per bloccare i pensieri di un’intera Nazione, quasi non ci fossero altre preoccupazioni, altri affanni».
Di qui l’invito del cardinale a porre fine al malcostume della «denigrazione vicendevole» o della «polemica inconcludente», per mettere mano invece alle necessarie rifor me. «Il Paese non può attardarsi – ha sotto lineato Bagnasco –. Povero di risorse prime, più di altri deve far conto sull’efficienza del sistema e su una sempre più marcata valorizzazione delle risorse umane». Dunque è necessario «deporre realmente i personali smi, che mai hanno a che fare con il bene comune, e di mettere in campo un supplemento di reciproca lealtà e una dose massiccia di buon senso per raggiungere il risultato non di individui, gruppi o categorie, ma del Paese».
Ecco, dunque, il messaggio di speranza, «cambiare si può». Unito tuttavia al pressante appello a «far presto». «Bisogna comprendere – ha messo in guardia il presidente della Cei – che se si ritardano le decisioni vitali, se non si accoglie integralmente la vita, se si rinviano senza giusto motivo scadenze di ordinamento, se si contribuisce ad apparati ridondanti, se si lasciano in vigore norme non solo superate ma dannose, se si eludo no con malizia i sistemi di controllo, se si falcidia con mezzi impropri il concorrente, se non si pagano le tasse, se si disprezza il merito, si è nel torto, si cade nell’ingiustizia». Al contrario «lo scopo di ogni partecipazione politica è proprio la giustizia». E perciò «occorre superare la logica del favoritismo, della non trasparenza, del tornaconto». In sostanza, ha sottolineato Bagnasco, «l’Italia, nel suo complesso, ha bisogno di riscoprire la bellezza del bene comune, per seguito nell’azione politica come nella vita quotidiana dei cittadini». E in questo compito devono distinguersi specialmente i credenti. Perciò il cardinale ha ribadito il suo «sogno ad occhi aperti»: quello di «una nuova generazione di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fatto im portante e decisivo» e che «credono fermamente nella politica come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti».
Di bene comune si parlerà alle prossime Settimane sociali di Reggio Calabria. E Bagnasco ha auspicato che sia proprio il bene comune «la divisa che consente di identificare là dove i cattolici, ma non solo loro». Sulla scia di Benedetto XVI, infatti, il cardinale ha ricordato che «la ragione è capace di distinguere ciò che è bene fare». E che «i valori non negoziabili non sono tali in ragione di una pregiudiziale cattolica». Vita, famiglia, libertà religiosa e libertà educativa, in fatti, «sono i valori primi e costitutivi della civiltà».
Il presidente della Cei si è quindi soffermato sulla questione del federalismo. «Gestire un Paese come il nostro in chiave federalista – ha fatto notare – presuppone una diffusa capacità di selezionare con rigore gli obiettivi, scadenzarli, argomentare le scelte, e saper dire dei no anche a chi si conosce. Riuscire a rispettare i vincoli di bilancio, rimanendo attenti alle implicanze umanisti­che connesse con l’amministrazione politica, diventerà un’attitudine inderogabile, che presuppone sì un’abilità tecnico-gestionale, non però questa soltanto. Diversamente prevarranno le spinte ad un contrattualismo esasperato e ad una demagogia variamente declinata». «La riforma non deraglierà se potrà incardinarsi in un forte senso di unità e indivisibilità della Nazione: il tricolore è ben radicato nel cuore del nostro popolo». Ciò vale anche per la riforma fiscale: «Se non si combinano insieme federalismo e sussidiarietà, ma anche sviluppo e unità nazionale, col superamento di entrambe le sindromi, del vittimismo da una parte e dell’elargizione dall’altra, la sfida difficilmente si potrà vincere». La Chiesa, da parte sua, farà il possibile per sostenere il federalismo solidale e per evitare l’acuirsi del solco che divide in due il Paese. Numerosi altri temi hanno trovato posto nell’ampia prolusione di Bagnasco. Scuola, casi di malasanità («uno spregio intollerabile»), condizione delle carceri, violenza sulle donne («comportamenti irragionevoli e talora bestiali»), crisi e lavoro. Sul piano ecclesiale il porporato ha messo in rilievo il grande ruolo sociale della parrocchie, ha ricordato il sacrificio di monsignor Luigi Padovese, ha fatto proprie le parole di condanna del Papa sui casi di pedofilia sacerdotale e messo in guardia l’intero corpo ecclesiale da «atteggiamenti negativi» quali «egoismo, vanità, orgoglio, attaccamento al denaro, divisioni».
Ma soprattutto, prendendo spunto dalla recente costituzione del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, ha affermato: «È la questione di Dio il problema del l’Occidente». Per questo, ha detto, «ci sentiamo coinvolti a far sì che il cittadino italiano non accantoni la questione-Dio, non la rimuova ritenendola anti-umana». La Chiesa, ha concluso, deve avere un «più ampio respiro missionario».

Fonte: http://www.miradouro.it/node/45816

domenica 26 settembre 2010

ECCO QUELLO CHE RISCALDA IL CUORE E CI FA GUARDARE AL FUTURO CON SPERANZA: I GIOVANI.... SI, I GIOVANI SANNO ESSERE GRANDI !!



Chiara Luce Badano


VERSO LA BEATIFICAZIONE...




 Mercoledì 18 Agosto 2010 – Scritto da Administrator


25 settembre...CI SIAMO!









Diretta anche su Tele Padre Pio - Per gli abbonati a Sky Italia: canale 821

Chiara ci scrive...



La "Santa bocciata"



Intervista a Maria Teresa e Ruggero Badano



Ultimo aggiornamento Sabato 25 Settembre 2010 07:41

Per riflettere...




 Lunedì 28 Giugno 2010 – Scritto da Administrator

 Grazie Chiara...



 A pochissimo dalla Beatificazione di Chiara Luce entriamo sempre più in profondità...
 
 A Sassello con i genitori di Chiara Luce 









Chi fa i santi?

In vista del rito di beatificazione di Chiara Luce Badano il prossimo 25 settembre, riportiamo un intervento di P. Fabio Ciardi che ci aiuta ad approfondire il significato ecclesiale di questo evento...



Esiste solo un tempo (da un compito di Chiara Luce) 


Esultiamo!




 Domenica 18 Aprile 2010 – Scritto da Administrator












L'EVENTO CI INTERPELLA


Carissimi amici, in questi anni abbiamo condiviso con voi il cammino di Chiara Badano nella Chiesa, verso il traguardo della sua beatificazione.


Dall’inizio dell’apertura della Causa, da parte del Vescovo di Acqui –Mons. Livio Maritano- ad oggi, sono trascorsi dieci anni. Anni di impegno, laborioso e appassionato, che nello stesso tempo ha colmato il cuore di gioia.


La beatificazione di Chiara offre alle persone che appartengono ai vari Movimenti e Associazioni ecclesiali, come pure alle parrocchie e alle comunità di vita consacrata, l’occasione di unirsi per offrire un forte richiamo, specialmente al mondo giovanile, a vivere coerentemente il cristianesimo nell’odierna società. è quindi importante una vasta, consapevole e fervorosa partecipazione.


Le offerte vanno inviate al Postulatore della Causa di beatificazione, padre Florio Tessari, presso la Casa Generalizia dei Frati Minori Cappuccini, in Roma, specificando la causale: Chiara Badano


Conto corrente postale: n 14854004 - intestato a CASA GENERALIZIA DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI


oppure


Coordinate bancarie


a favore di:


Istituto per le Opere di Religione - Città del Vaticano


IBAN IT75Q0312403210000020020498 Presso: Banca del Fucino


(nel campo riferimento: Cappuccini - Postulazione Generale Chiara Badano n. 27226010)






Per collaborare con la Postulazione a diffondere la conoscenza di Chiara e ricevere un concreto ricordo della Beatificazione, viene offerta l’opportunità di ottenere, a condizioni di favore, il


KIT 'BEATIFICAZIONE




Ultimo aggiornamento Venerdì 20 Agosto 2010
Fonte: http://www.chiaralucebadano.it/

mercoledì 22 settembre 2010

NIKY VENDOLA PREMIER ?? IDDIO CE NE SCAMPI E LIBERI! LA BINDI,CHE LO HA SOSTENUTO A TORINO, CHE NE DICE DELLE AZIONI DI VENDOLA?

I giudici sventano il golpe abortista di Vendola



Luigi Santambrogio mercoledì 22 settembre 2010



Quel giudice di Berlino reso famoso da Brecht perché castigò il re di Prussia in causa contro un povero mugnaio deve avere qualche parente pure a Bari, dentro il Tar della Puglia. Stavolta, a coprire il ruolo dell’arrogante  re di Prussia c’era il governatore Nichi Vendola, stella nascente del nuovo Pd eco-movimentista e movimentato che mai si sarebbe immaginato d’essere sbugiardato proprio sul terreno che vorrebbe okkupare (la kappa con uno come lui è d’obbligo): quello delle libertà civili e di coscienza.  
A mandare in crusca la farina di Terlizzi, i nove mugnai, cioè 9 medici cattolici obiettori anti abortisti, esclusi dai concorsi  per l’accesso ai Consultori per real editto  di Nicola detto Nichi, imperatore catto-gay-comunista di Puglia. “Una clausa espulsiva”, una “procedura selettiva, discriminatoria oltre che irrazionale”: un bello schiaffone democratico sul muso vendoliano, quello mollato dai giudici pugliesi che bollano il governatore, sempre pronto a impartire lezioncine di bon ton politico e consigli di resistenza antagonista al regime, con il marchio infamante del nazi-comunismo.


L’antefatto. Il governatore che gestisce la Puglia come lo Stato Libero di Bananas, una bella mattina di quasi primavera (è il 13 marzo scorso)  si sveglia e dice ai suoi che bisogna assolutamente garantire negli ambulatori e nei consultori famigliari della Puglia l’effettiva applicazione della legge 194 sull’aborto. Ecco dunque l’opportunità di assumere nuovo personale che non abbia limitazioni morali ed etiche, e professi la fredda e razionale religione del laicismo estremo, o comunque non abbia l’etica del “bigotto” cristiano che considera ogni feto di età inferiore ai tre mesi (i limiti della legge per abortire) una vita umana da salvare.



In altre parole, viene espressa l’esigenza di assumere solo personale non obiettore di coscienza; personale che - laddove fosse richiesto dalla donna che vuole disfarsi del frutto del proprio rapporto amoroso - sia disposto a operare l’aborto senza se e senza ma. Così, ecco che, in un atto di vera maestria comunista, la giunta regionale governata di Nichi sul modello nepalese, emette un provvedimento da far vergognare pure l’Iran di Mahmud Ahmadinejad: nei prossimi concorsi pubblici per l’assunzione di personale medico nelle strutture anzidette, potranno partecipare solo i non obiettori di coscienza. Gli altri, medici e infermieri cattolici o comunque contrari all’aborto, dovranno stare a casa.


Con  assoluto sprezzo del ridicolo, alla delibera viene appiccicato un titolo da barzelletta  sovietica:  “Potenziamento del percorso di nascita”. Una mattana in originale stile  kapò che i giudici del Tribunale amministrativo ci mettono solo qualche secondo a disintegrare: la delibera 735 dello zar Nicola, sentenziano,  fa a pezzi almeno almeno due articoli della Costituzione (il 3 e il 4) “oltre che i principi che stanno a fondamento dell'obiezione di coscienza, cioè la libertà religiosa e di coscienza e la libertà di manifestazione dei pensiero”. 



Contrasta, inoltre, la  Carta sul diritto al lavoro in quanto realizza “una inammissibile discriminazione”  che mette in discussione il principio di parità di trattamento nell’accesso al lavoro senza distinzione di religione, di convinzioni personali, di handicap, di età e di orientamento sessuale.



C’è dell’altro? Massì che c’è. “Una procedura selettiva”, scrivono i giudici del Tar, “che escluda aprioristicamente i medici specialisti obiettori dall’accesso ai Consultori appare discriminatoria oltre che irrazionale poiché non giustificata da alcuna plausibile ragione oggettiva”.



Per questo,  il Tar obbliga la Regione Puglia a «riservare» il 50% dei posti nei consultori pubblici agli obiettori in quanto “la presenza o meno di medici obiettori” scrivono i giudici amministrativi “è assolutamente irrilevante visto che all’interno dei consultori non si pratica materialmente l’interruzione, bensì soltanto attività di assistenza psicologica e di informazione, consulenza della gestante, ovvero vengono svolte funzioni di ginecologo che esulano dall’iter abortivo”.



Vabbè, gli obiettori cattolici come i Panda del Wwf: occorrono le quote per difenderli dalle pallottole della gang  abortista e salvarli dall’estinzione.


Battuto il governatore e gli ultrà abortisti pugliesi, il problema tuttavia resta, ed è quello del rispetto della 194 in tutte le sue parti. Vendola ha cercato di scardinarla: cacciati dai Consultori gli obiettori sarebbero stati espulsi anche dalle farmacie e dagli ospedali. 



Impressiona pensare che i Consultori, nati per rimuovere le cause dell’aborto, oggi sono invece sempre più utilizzati come anticamera alla sala operatoria.  Perché è questo che succede anche in  altre regioni. Tuttavia, nessun amministratore era arrivato a  mettere per iscritto la discriminazione e farne materia di legge.  Ci ha pensato lui, il grazioso governatore Nichi (lista) con l’orecchino.



Per fortuna, il giudice di Berlino ha devoti fan  anche a Bari. Così la crociata di Vendola è fallita. Stavolta, e per ora.


Fonte: http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2010/9/22/IL-CASO-I-giudici-sventano-il-golpe-abortista-di-Vendola/print/114131/

lunedì 13 settembre 2010

QUANDO GLI AVVENIMENTI CI LASCIANO PARECCHI DUBBI...........



DI GIULIETTO CHIESA


megachipdue.info/


«Le Monde» dell'11 settembre 2010 si accorge, con nove anni di ritardo, che la versione ufficiale dell'11 Settembre non sta in piedi. Quanto a tempestività giornalistica non c'è male! Ma, come si suol dire, meglio tardi che mai. Naturalmente le carte in tavola non vengono messe: né tutte, né le più importanti. Ma, come il lettore potrà leggere da questi estratti che traduciamo dalla pagina web del più autorevole giornale francese, «Le Monde» è costretto a riconoscere che la storia ufficiale non solo puzza di marcio, ma che nemmeno l'amministrazione americana di Barack Obama è in condizione di tirarla fuori dal congelatore che non funziona più. Che cosa diranno ora i "debunkers"?
C'è solo da immaginare che metteranno anche «Le Monde» nella categoria dei cospirazionisti. Povero «Le Monde»!
Ma, a giudicare dalle prime reazioni dei lettori del giornale francese, quasi la metà non solo non protestano ma insistono, chiedono chiarimenti, si stupiscono.
L'altra metà s'indigna, naturalmente. Vorrebbero che «Le Monde» pubblicasse non solo il link a Loose Change, ma anche quelli dei siti cosiddetti debunking. Come se, in questi anni, fosse esistita una qualche par condicio tra la menzogna di tutti i media (alla quale «Le Monde» ha attivamente partecipato) e le verità delle domande che, insieme a migliaia di altri ricercatori di tutto il mondo, andavamo ponendo. Il bello è che il prossimo anno, il decimo anniversario, sarà tutto un festival di rivelazioni attorno al mistero.
«Le Monde» ha solo preso atto che la pagina, chiusa dalla versione ufficiale («è stato Osama bin Laden») si va riaprendo inesorabilmente. E si va riaprendo perché l'Impero sta sgretolandosi, giorno dopo giorno, e non c'è cemento che possa tenerlo insieme ancora molto a lungo. E, quando la nave affonda, è noto che i topi scappano.
ESTRATTI DELL’ARTICOLO DI «LE MONDE»:
Titolo: Gli Stati Uniti non hanno ancora finito con l'11 settembre
di Heléne Bekmezian - [lemonde.fr] - 11 settembre 2010.
Già nove anni. Nove anni che gli aerei della American Airlines hanno colpito le torri gemelle del World Trade Center di Manhattan, uccidendo più di tremila persone e ferendone più di seimila in un attentato rivendicato da Al-Qa‛ida.
(almeno tre gravi imprecisioni sono contenute in queste tre righe iniziali, per finire con l'affermazione, completamente destituita di fondamento, secondo cui Al-Qaida avrebbe rivendicato l'attentato, ma non ne segnaleremo le altre per non perdere tempo, ndr).
Oppure si trattava di aerei militari? E non ci sono state anche, piuttosto, settantamila feriti, se noi contassimo le vittime delle polveri tossiche? E quanto si dovrà attendere per giudicare gli autori presunti di tutto ciò? E perché Ground Zero è ancora un cantiere? Nove anni dopo, dunque, le domande rimangono e gli Stati Uniti sono ancora lontani dall'aver tratto le somme con l'11 settembre.
Ancora nessun processo. Un anno dopo aver annunciato che cinque presunti autori degli attentati dell'11 settembre 2001 saranno giudicati da un tribunale federale di New York, e non da un tribunale militare, la Casa Bianca non sembra oggi avere premura di giudicare questi uomini.
Secondo il «Daily News», il governo ha difficoltà a trovare una città pronta ad accogliere questo processo, che potrebbe durare anni e avere conseguenze sulla vita locale. Peggio ancora, con le elezioni di mezzo termine che si annunciano delicate per i democratici, questi ultimi non hanno interesse a riportare questo dossier dinnanzi a agli occhi del pubblico. (...)
Migliaia di vittime sono all'abbandono. Sono i dimenticati dell'11 settembre: circa settantamila persone - pompieri e squadre di soccorso - sono tuttora censite come vittime delle polveri tossiche prodotte dal crollo delle torri, con sintomi di difficoltà respiratorie, malattie dei polmoni, disturbi psicologici.(...)
Domande senza risposte. Immediatamente dopo gli attentati sono apparsi dubbi sulla versione ufficiale dei fatti, in primo luogo i dubbi sollevati dalle famiglie delle vittime. In seguito sono fiorite su internet le teorie della cospirazione, attraverso video e siti web. Quasi ogni giorno, si può dire, decine di nuovi video vengono scoperti e pubblicati, alimentando i dubbi. Sebbene, puntualmente, le autorità abbiano contraddetto alcune teorie del complotto pubblicando nuovi documenti o nuovi video, non c'è mai stata una spiegazione globale e ufficiale capace di rispondere, una buona volta per tutte a tutte le domande che venivano poste (versioni contraddittorie sulla natura degli aerei, immagini che mostrano esplosioni sospette...).
I dubbi non hanno fatto che svilupparsi, tanto più che le autorità non hanno mai accettato di aprire un’inchiesta indipendente, che era chiesta dalle famiglie delle vittime.
In uno dei primi e più celebri filmati di questo genere, la serie "Loose Change" (dell'AssociazioneReopen 911) , venivano evidenziati fatti giudicati sospetti e basati su dati documentati e testimonianze.
Giulietto Chiesa

Fonte: www.megachipdue.info

Link:http://www.megachipdue.info/finestre/zero-11-settembre/4529-lle-monder-scopre-i-dubbi-sull11-settembre.html12.09.2010 


Fonte:http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7439

mercoledì 8 settembre 2010

TENETE D'OCCHIO GLI AVVENIMENTI CHE ACCADRANNO,LA MADONNA CI AMA, VUOLE LA NOSTRA SALVEZZA,USA I SUOI "STRUMENTI" PER INFORMARCI

 
 
 


 

un anno fa mi hanno segnalato la Madonna di Anguera e i messaggi che un certo Pedro Regis sostiene di ricevere direttamente dalla Madonna.



i messaggi vengono messi on line sul sito 
SITO DELLA MADONA DI ANGUERA



Ieri sera Zio barbero ha ripreso uno degli ultimi messaggi

ZIO BARBERO E LA MADONNA DI ANGUERA e considerando che nel corso di questi 12 mesi molti messaggi si sono poi avverati nelle settimane successiva.....



Non crediamo a queste cose, tuttavia è singolare che .....





MESSAGGI DI NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA BA (BRASIL) 



Fonte:
http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/2010/09/la-madonna-di-anguera.html


 
ZIO BARBERO E LA MADONNA DI ANGUERA



La Signora parla di deflazione e di Wall street???  z.
 
 
 
Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace n°3367

02.09.2010

Amati figli, nell'orazione potete vincere il demonio. L'umanità cammina verso la distruzione e i Miei poveri figli camminano come alla guida di altri ciechi. Soffro per quello che viene per voi.Quelli che sono dentro il Tempio del commercio   avranno da piangere e lamentare. Vedranno la distruzione del loro Progresso e disperati grideranno Soccorso. Vi chiedo di continuare il cammino che vi ho indicato. La vostra vittoria è nel Signore. Ritornate a Lui che vede l'occulto e vi conosce per nome. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.



 
 
 Messaggio di  Nostra Signora Regina della Pace n°3356

09.08.2010

Amati figli, sono la vostra Madre dolorosa e soffro a causa delle vostre sofferenze. Vi chiedo di avere fiducia in Mio Figlio Gesù. Solamente in Lui è la vostra vera liberazione. I Miei poveri figli correranno in cerca dell' oro  desiderando ricchezza, ma non troverannoIn lacrime invocheranno  riposo, ma non  otterranno. Dite a tutti che questo è il tempo del vostro ritorno. Siate mansueti e umili di cuore ed Io vi condurrò a Mio Figlio Gesù. Avanti con coraggio. Io sarò al vostro fianco. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in pace.
 
 
http://www.escatologia.it/APPELLIURGENTI_2010.htm

Fonte:http://mercatoliberonews.blogspot.com/

mercoledì 1 settembre 2010

QUANDO I CONSULTORI NON AIUTANO LE MADRI IN DIFFICOLTA' E CONSIGLIANO DI ABORTIRE !!!!!!!!!!! VERGOGNA !!!

1 settembre 2010

LA TUTELA DELLA VITA

Incinta, chiede aiuti al consultorio

La risposta: abortisca

Teresa accarezza continuamente il suo pancione, come se dovesse ancora proteggere quel figlio che cresce da tre mesi nel suo ventre. «Ora che è qui dentro è al sicuro, ma quando nascerà sarà molto dura per noi». Sorride comunque, finalmente. Non ha più paura di affrontare la sua nuova vita da ragazza madre, «io non sono più sola, c’è lui con me – dice mentre indica quel miracolo che l’ecografia ha già scritto che sarà un "lui" –. Siamo in due, solo noi due». Un lui che chiamerà Francesco e nascerà a marzo: «Questo bambino è stato concepito in Umbria, la patria di Francesco d’Assisi, vorrei che portasse il suo nome». La luce della vita, Teresa l’ha riscoperta dopo settimane di vuoto e di confusione, attraversate di tanto in tanto anche dalla voglia di farla finita. «Come potevo pensare – ribatte – di far crescere un figlio da sola, senza lavoro, senza casa, senza un compagno e senza un soldo?».


Quasi trent’anni, due sorelle all’estero e una mamma che non sente da anni, un diploma da odontoiatra, per ora inutilizzato. Poi quel compagno che «pur dicendo di desiderare come me un bambino, se ne è tornato in Tunisia» con il suo bagaglio di bugie. E non ha più nessuna intenzione di venire in Italia. Teresa parla tenendo lo sguardo fisso a quel figlio che le sta dando il coraggio e la forza di affrontare mille difficoltà.

Lei, cardiopatica e con una gravidanza a rischio, però, ha deciso di andare avanti. Eppure, sola e disperata, il 30 luglio stava per cancellare quella vita che tanto aveva sognato. «Io lo volevo, l’ho voluto fin dall’inizio – racconta – ma ero talmente confusa che avevo già avviato le pratiche per l’aborto. Mi sentivo un mostro, comunque, una donna indegna di vivere. Per fortuna non ho avuto la forza di presentarmi in ospedale quel giorno». Infine la decisione di rivolgersi ad un assistente sociale nel suo municipio a Roma.


«Cercavo una parola di conforto, un posto dove stare, visto che dovevo lasciare il mio appartamento perché non potevo più permettermelo – confessa –, cercavo un aiuto ed invece...». I suoi occhioni neri si sono riempiti di lacrime quella mattina d’inizio agosto, quando le uniche parole di sostegno che ha avuto sono state quelle che mai nessuno si sarebbe immaginato. «Non possiamo fare molto per lei, non abbiamo grandi risorse. Ma non si rende conto che sarà difficile nella sua situazione crescere un bambino? Forse sarebbe il caso di pensare all’interruzione di gravidanza». L’assistente sociale non ha prospettato grandi alternative; in più le sue ferie sarebbero cominciate il giorno successivo e, quindi, pochi i tentativi da fare. Una telefonata dai servizi sociali effettivamente il giorno dopo è arrivata con una probabile sistemazione per soli due mesi e l’invito a risentirsi al rientro dalla vacanze.

«Ho pregato molto il Signore quella notte, non sapevo cosa fare, pregavo per il mio bambino e per quelle mamme come me che nessuno sente gridare in silenzio. Mi sono sentita come se tenere il figlio che già amavo immensamente fosse il reato più grande che potessi fare».  
Teresa fa una pausa.Poi spiega dell’incontro con un vecchio amico vicentino e, grazie a lui, del contatto col Centro di aiuto per la vita della Capitale. «Lì ho trovato innanzitutto il conforto e l’ascolto di cui avevo bisogno, oltre ad un aiuto materiale – aggiunge –. Mi hanno sistemato in una casa-famiglia dove potrò stare anche dopo il parto. Sempre grazie a loro ho un ginecologo di un grande ospedale romano che mi segue gratuitamente e che conosce bene la mia patologia».


Al tavolino di un bar, giocherellando con la cannuccia della sua acqua e limone, Teresa non nasconde la rabbia per quel «muro di insensibilità» che ha trovato, e continua a ricevere, proprio da chi invece dovrebbe aiutare. Per vivere ora, oltre ad un piccolo contributo del Cav, si arrangia come può, vendendo anche le sue originali lampade su internet. «Non voglio sentirmi una parassita dello Stato – dice lasciando per un attimo cadere gli occhi sulla lana che ha appena comprato per la copertina del suo Francesco –. Come è possibile in un Paese moderno e credente che i servizi sociali mi dicano di abortire, di dormire in alloggi di fortuna o addirittura di andar via dall’Italia per farmi aiutare delle mie sorelle all’estero?». Alle sue tante domande per adesso non trova risposta, ma ha un’unica certezza: quando Francesco nascerà vorrà impegnarsi perché nessun’altra donna viva ciò che ha passato lei. Tra qualche giorno sarà il suo compleanno, ma la vita le ha già riservato il regalo più grande.