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lunedì 26 luglio 2010

PAZZESCO: IN PERU' HANNO COMINCIATO A DIPINGERE DI BIANCO IL MONTE CHALON HAT !!!

DIPINGONO DI BIANCO LE ANDE.




Si crede che la pittura delle Cime andine rallenti lo scioglimento del ghiacciaio

La ong peruviana Glaciares è tra i vincitori del concorso bandito nel 2009 dalla Banca Mondiale (organo ONU) “100 idee per salvare il pianeta”. Ha vinto con un progetto che consiste nel dipingere di vernice bianca le montagne del Perù: il bianco riflette le radiazioni solari, le superfici dipinte di questo colore non assorbono calore e quindi, imbiancando le montagne, se ne salveranno i ghiacciai che, se no, secondo ricerche commissionate dalla Banca Mondiale stessa, scompariranno del tutto entro i prossimi 20 anni per effetto del global warming. 

Eduardo World Gold è il responsabile scientifico del progetto da realizzarsi utilizzando una vernice fatta di calce, acqua e bianco d’uovo che va spalmata a mano, senza macchinari “per proteggere gli animali e mostrare rispetto verso Apu, lo spirito tutelare che abita nelle viscere di ogni montagna”. Grazie a un finanziamento di 200.000 dollari della Banca Mondiale, sei persone (quattro scelte tra gli abitanti dei villaggi locali e due tra il personale della Glaciares) hanno già incominciato a pitturare di bianco le pareti oltre i 4.700 metri di altezza del Monte Chalon Hat, nella regione andina di Ayacucho. In 15 giorni dovrebbero dipingere i primi 20 ettari e poi proseguire fino a ricoprirne 70. Ma 3.000 chilometri di Ande aspettano di essere salvati. 

Significativo il commento del ministro dell’ambiente peruviano: “Si tratta di una stupidaggine immensa”. 

Volendo articolare il giudizio lapidario del ministro, si può dire innanzi tutto che gli spiriti della natura magari non sono così ostili ai macchinari come si tende a credere. Ma, a essere seri, altri interrogativi si pongono. Se, ad esempio, la vernice non reggesse all’impatto con gli agenti atmosferici, che conseguenze sull’ambiente potrebbero avere tutta quella calce e quella chiara d’uovo che, o sciogliendosi o scrostandosi via via, si depositerebbero a valle per chilometri mescolandosi al terreno, in parte portati via dal vento chissà dove, quindi involontariamente respirati e inghiottiti ovunque da uomini e animali? 

Per contro, se per qualche controindicazione si rendesse necessario sverniciare le montagne, sarebbe possibile farlo senza danneggiare l’ecosistema con solventi e detriti? E quanto costerebbe? 

Ma l’interrogativo più importante riguarda la certezza che la temperatura della Terra stia davvero aumentando inesorabilmente e che si tratti di un fenomeno incessante, destinato a durare per generazioni, forse per sempre. Se così fosse, in effetti meglio sarebbe intraprendere quanto prima progetti per limitare eventuali danni derivanti dal global warming. 

Un capitolo del libro dell’ambientalista danese Biorn Lomborg, Stiamo freschi(Mondadori, 2008), spiega che le temperature nei centri urbani si possono ridurre di 8-10 gradi dipingendo di bianco strade ed edifici, piantando alberi ed espandendo le aree verdi. Nei frequenti summit internazionali dedicati a questioni ambientali, si avanzano richieste esorbitanti di fondi destinati alla prevenzione e al contenimento del global warming e dei danni da esso provocati. Durante l’ultimo vertice sul clima organizzato dalle Nazioni Unite lo scorso dicembre a Copenhagen i paesi africani da soli reclamavano addirittura 60 miliardi di dollari all’anno. 

Se dunque il pianeta si mobilitasse in uno sforzo titanico per combattere l’aumento delle temperature, investendo a tal fine ogni risorsa disponibile come chiedono a gran voce le organizzazioni ambientaliste e umanitarie e i capi di stato di molti paesi poveri, che cosa succederebbe se poi il riscaldamento temuto non si verificasse oppure se continuassero ad alternarsi periodi in cui le temperature aumentano e periodi in cui diminuiscono, come è accaduto nei secoli passati? Nell’eventualità non così remota di una nuova piccola glaciazione, e tenendo conto come afferma lo stesso Lomborg che il freddo fa assai più vittime del caldo, niente di peggio che trovarsi con intere metropoli dipinte di bianco e senza risorse sufficienti per lottare contro il freddo avendone spese troppe per evitare il surriscaldamento del pianeta. 

In altre parole, poiché sembra effettivamente impossibile sapere che tempo farà tra dieci o cento anni, la presunzione di poterlo prevedere e la pretesa di predisporre i necessari adattamenti può risultare troppo cara anche per una civiltà ricca e tecnologicamente avanzata come la nostra. 

L’umanità finora è stata capace di adattarsi all’ambiente e di metterne a frutto le risorse: fin dall’inizio ha affrontato i problemi ambientali man mano che si presentavano, con risultati sempre più soddisfacenti grazie ai costanti progressi scientifici e tecnologici. Può riuscirci ancora, a condizione di non farsi accecare da ideologie e da deliri di onnipotenza che attribuiscono all’uomo nel bene e nel male un potere di cui non dispone. 

di Anna Bono 

Fonte:http://www.svipop.org/sezioniTematicheArticolo.php?idArt=591

giovedì 22 luglio 2010

ABORTO: IL PIU' GRAVE PECCATO DELL' UMANITA', GRIDERA' VENDETTA AL COSPETTO DI DIO !!!


ABORTO: la nuova legge sull’aborto in Spagna

 

 

 

Mercoledì 21 Luglio 2010 16:43

CR n.1152 del 24/7/2010 

In Spagna, nel mezzo di una gravissima crisi economica e sociale, il governo socialista del leader Luis Zapatero ha inflitto al Paese un ulteriore durissimo colpo alla civiltà della vita. Dal 5 luglio è entrata in vigore la nuova normativa di riforma sull’aborto, che de facto rende lo stesso una banalissima pratica sciolta del tutto da ogni vincolo etico-morale di rispetto per la persona.



La legge del 1985 che depenalizzò l’aborto in Spagna, rendendo un diritto quello che fino ad allora era un delitto, prevedeva l’autorizzazione solo nelle ipotesi di malformazione del feto, gravi rischi per la salute psichica o fisica della madre, violenza sessuale. Questi pochi scrupoli di coscienza del legislatore sono stati spazzati via dalla riforma Zapatero, che sta suscitando una forte alzata di scudi in tutto il Paese, Partito Socialista compreso, a causa della evidente aggressività a-morale di stampo radicale eugenetico che la legge presenta. 

Vediamo i punti cardine succintamente.




questo è un figlio a tre mesi = 12 settimane 





Con la nuova legge si alza la soglia, fino a 14 settimane, entro cui la donna sarà assolutamente libera di scegliere la soppressione del feto.
In caso di malformazione del feto, sarà possibile l’aborto fino alla 22ª settimana.
Addirittura, sfidando il ragionevole margine di errore della diagnostica clinica, la legge prevede che – ove venisse diagnostica una patologia incurabile o «incompatibile con la vita del feto» – sarà eliminato ogni limite all’aborto. Ma il punto ancora più preoccupante – per lo sfaldamento di ogni vincolo solidaristico e pubblico della legge – è il fatto che le minorenni, dai sedici anni in su, sono autorizzate ad abortire liberamente, senza più la necessità del parere vincolante dei genitori, ma dietro una mera comunicazione agli stessi:
in altri termini, se per un verso il diritto civile ritiene il minorenne privo della capacità giuridica di agire per il semplice acquisto di un bene od una normale transazione patrimoniale – proprio in quanto minore – per converso lo ritiene pienamente capace di agire laddove disponga la soppressione di una vita umana. La disumana aggressione di questa riforma ai pilastri giuridici della tutela della persona ha portato ad una sollevazione dell’opinione pubblica a più livelli.

 

In Parlamento il Partito Popolare ha già sollevato un’eccezione di illegittimità costituzionale della legge e si auspica la sua possibile sospensione in via cautelare: infatti la Corte Costituzionale spagnola già con sentenza del 1985 aveva creato un precedente affermando che la vita del non nato (sic) sia un bene giuridico costituzionalmente protetto dall’art.50 della Costituzione, Magna Carta spagnola. La liberalizzazione del’aborto fino a 22 settimane lascia praticamente il bimbo in grembo privo di protezione, alla mercè della libertà assoluta della madre. 



A livello regionale – essendo la Spagna un Paese che al pari dell’Italia ha introdotto una forte autonomia legislativa e amministrativa alle Generalitat (Regioni, ndr) – la Navarra ha già presentato ricorso costituzionale contro la riforma Zapatero. 



A livello sanitario diverse associazioni che rappresentano i medici contestano al governo il peso insopportabile di una responsabilità che non intendono assumere, ovvero la decisione di sopprimere il feto, in luogo dei genitori o in presenza di malformazioni gravi che pregiudicano la vita. 

Infine, la dichiarazione di principio della riforma Zapatero, secondo cui l’aborto rientra nei diritti fondamentali della persona, apre un gravissimo vulnus giuridico nel sistema occidentale, e ripropone una questione dirimente che troppi legislatori e politologi – anche e purtroppo nel mondo cattolico – affrontano con evidente disagio se non ritrosia: la affermazione forte e chiara del rapporto necessario tra norma e morale nello Stato laico. 

Fonte:
http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1339:-aborto-la-nuova-legge-sullaborto-in-spagna&catid=20:aborto&Itemid=11

domenica 18 luglio 2010

DONNE, QUELLO CHE CREDETE UN DIRITTO CALPESTA IL DIRITTO DEL PIU' DEBOLE, VOSTRO FIGLIO! GUARDATELO A 3 MESI PRIMA DI ABORTIRE!!


un figlio a tre mesi !!! NON UN FETO, UN FIGLIO !!!!!



14.07.2010
Ru486: ecco le regole.Ora tocca alle Regioni 



Da ieri sono sui tavoli dei governatori le linee guida del ministero sull’uso della pillola abortiva nel nostro Paese. Punto nevralgico il regime di ricovero ordinario, auspicato anche dal Css. Roccella: «Tutti chiamati a tutelare la salute delle donne» 



LA DIFESA DELLA VITA


14.07.2010 DA ROMA PIER LUIGI FORNARI 



Procedura abortiva della Ru486 interamente effettuata in ospedale. Lo prevedono le linee guida del ministero delle Salute, da ieri sui tavoli dei governatori e degli assessori alla sanità delle regioni. Nell’illustrarle il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha sottolineato che uno dei due capisaldi su cui si basano le indicazioni del suo discastero è il parere inviato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi alla commissione europea. Un pronunciamento che ha valore normativo «nazionale», «più alto di quello delle regioni». Quindi un termine di paragone ineludibile. Altro «binario» seguito dalle linee guida sono i tre pronunciamenti del Consiglio superiore di Sanità (Css) sull’uso della pillola abortiva nel nostro Paese.



La comunicazione inviata da Sacconi a Bruxelles a dicembre del 2009, quando come ministro del Welfare ne aveva la competenza, subordina l’immissione della pillola nel nostro Paese al rispetto della legge 194, cioè al fatto che la procedura abortiva sia interamente effettuata «in regime di ricovero ordinario nelle strutture sanitarie, in presenza di una specifica sorveglianza da parte del personale sanitario». Una presa di posizione, quella di Sacconi, che ricalcava quanto affermato già dalla commissione Sanità del Senato sulla messa in commercio del farmaco.




I tre pareri del Css hanno sottolineato inoltre che il rischio per la donna del metodo farmacologico può essere pari a quello chirurgico solo se l’intera procedura avviene in regime di ricovero ordinario, anche per «la non prevedibilità » del momento in cui avviene l’espulsione del feto. Quindi le regioni «non possono non tener conto» del fatto che si tratta dei pareri della «più autorevole istituzione sanitaria del Paese» e di un livello normativo che le travalica, quello nazionale
 di un ministro. Tra i criteri non clinici indicati dalle linee guida, c’è la competenza linguistica, e più in generale la capacità di gestire una procedura, che anche se avviene in ospedale, è in parte autogestita dalla donna. Sono da escludere, poi, si afferma, «le minori senza il consenso dei genitori », considerando che «è difficile » la loro comprensione di tutta la procedura comportata dalla pillola. Il ministero raccomanda «il consenso pienamente informato» sul fatto che l’interruzione della gravidanza potrà essere effettuata «solo in ricovero ordinario», nella maggior parte dei casi con una «durata di tre giorni, fino alla espulsione del materiale abortivo». Si devono comunicare alle donne chiaramente le altre metodiche possibili, eventuali «effetti collaterali », «eventi avversi» e complicazioni comportati dell’uso Ru486 come emorragie e infezioni. È «fortemente sconsigliata la dimissione volontaria», aggiungono le linee guida, «prima del completamento di tutta la procedura perché in tal caso l’aborto potrebbe avvenire fuori dall’ospedale e comportare rischi anche seri per la salute della donna ». Si richiede anche l’impegno «a sottoporsi alla visita ambulatoriale di controllo entro 14-21 giorni dalla dimissione».



Il ministero ha già inviato agli assessorati i moduli per uno specifico monitoraggio sull’aborto farmacologico. «Quando avremo i primi dati certi, faremo il punto – ha detto il sottosegretario –. Se si riscontrasse che questi limiti non sono stati applicati, il governo dovrà trarne le conseguenze
 ». La Roccella ha concluso esprimendo la ferma determinazione di salvaguardare quell’«alta vigilanza sociale» che caratterizza l’Italia nel contrasto dell’aborto, grazie alla convergenza di vari fattori, «orientamenti culturali, attenzione politica, capacità di intervento del volontariato, tenuta di un tessuto comunitario». Si deve evitare che la introduzione della Ru486 sia utilizzata per scardinare le tutele alla salute della donna offerte dalla legge italiana, come è avvenuto in Francia dove, dopo la introduzione della pillola, si è cambiata la normativa, diffondendo l’aborto a domicilio («à la ville»).
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SPAGNA: IN VIGORE UNA LEGGE “INCOMPATIBILE CON LA RETTA COSCIENZA MORALE”


Nota della Conferenza Episcopale di fronte alla nuova legge sull'aborto

ZI10070502 - 05/07/2010

Permalink: http://www.zenit.org/article-23078?l=italian

MADRID, lunedì, 5 luglio 2010 (ZENIT.org).- Di fronte all'entrata in vigore, questo lunedì, della nuova legge sull'aborto approvata in Spagna, la Conferenza Episcopale ha diffuso una nota in cui sottolinea che è un provvedimento “incompatibile con la retta coscienza morale” e ricorda le sue dichiarazioni precedenti sulla questione.
“Oggi entra in vigore la nuova legge sull'aborto – afferma la nota –. Bisogna ricordare che si tratta di una legge obiettivamente incompatibile con la retta coscienza morale – in particolare quella cattolica – visto che, dal punto di vista etico, peggiora la legislazione vigente” per “motivi fondamentali”.
In primo luogo, sostiene il testo, “perché considera l'eliminazione della vita dei nascituri un diritto della gestante durante le prime 14 settimane di gravidanza, lasciando praticamente senza alcuna protezione queste vite umane, proprio nel periodo in cui si verifica la grande maggioranza degli aborti”.
In secondo luogo, aggiunge, “perché stabilisce un concetto di salute così ambiguo che equivale all'introduzione delle cosiddette indicazioni sociale ed eugenetica come giustificazione legale dell'aborto”.
In terzo luogo, “perché impone nel sistema educativo obbligatorio l'ideologia abortista e 'di genere'”.
Questi e altri motivi sono già stati spiegati dalla Commissione Permanente della Conferenza Episcopale nella sua Dichiarazione del 17 giugno 2009, che l'Assemblea Plenaria ha fatto espressamente sua nel comunicato finale del 27 novembre 2009.
I Vescovi concludono la dichiarazione con queste parole: “Parliamo proprio a favore di quanti hanno il diritto di nascere e di essere accolti dai genitori con amore; parliamo a favore delle madri, che hanno il diritto di ricevere un sostegno sociale e statale necessario per evitare di diventare vittime dell'aborto; parliamo a favore della libertà dei genitori e delle scuole che collaborano con loro di dare ai figli una formazione affettiva e sessuale in base a convinzioni morali che li preparino davvero ad essere genitori e ad accogliere il dono della vita; parliamo a favore di una società che ha il diritto di contare su leggi giuste che non confondano l'ingiustizia con il diritto”.
Per ulteriori informazioni, www.conferenciaepiscopal.es


Spagna: altri interventi per la sospensione della nuova legge sull'aborto

07/07/2010 10:09
Continuano le polemiche in Spagna per l'entrata in vigore ieri della nuova legge sull'aborto. Una richiesta di sospensione cautelare della legge alla Corte costituzionale viene dal Forum spagnolo della famiglia e dalla Fondazione giuridica Tommaso Moro. Tra gli obiettivi del Forum, nel prossimo futuro, come spiega il suo presidente Benigno Blanco, continuare a dare impulso alla "Red Madre", la rete di volontari che aiutano la donna in attesa per evitare gli aborti. In questo modo, sottolinea Blanco, "possiamo andare a recuperare una cultura della vita in Spagna". Inoltre, dal mese di settembre "incentiveremo con moltissima forza una campagna che ha l'obiettivo di mettere in guardia i genitori sull'indottrinamento ideologico in materia di sessualità che questa nuova legge dell'aborto vuole imporre in tutto il sistema educativo spagnolo". Malgrado le scelte del Governo spagnolo, secondo Blanco, "nella società spagnola c'è una riscoperta della cultura della vita e una consapevolezza che l'aborto è una tragedia da evitare". Infatti, prosegue, "siamo il Paese europeo dove chiaramente la coscienza della cultura della vita e il risvegliarsi dell'opposizione di fronte all'aborto sono più vivi". Rispetto al resto dell'Europa, sostiene Blanco, "siamo in questo momento la società di punta nel cambiare opinione sulla cultura della morte, che si è sviluppata in Europa negli ultimi 50 anni". Anche la Confederazione spagnola dei centri di insegnamento (Cece) boccia l'entrata in vigore della nuova legge sull'aborto, perché "si pregiudicano i diritti dei genitori e dei centri con l'inserimento (attraverso la legge) della formazione alla salute sessuale e riproduttiva nel sistema educativo". Secondo la Cece sono le famiglie che "devono decidere il tipo di educazione che desiderano dare ai propri figli, appellandosi alla loro libertà ideologica e religiosa", considerando che "la sessualità rientra nella sfera intima e personale e che è la famiglia che decide quali insegnamenti offrire ai propri figli, quando e come farlo". Inoltre,ha sottolineato che "l'imposizione" ai centri della figura degli "agenti sanitari", lascia "senza scelta" la direzione della scuola e le organizzazioni affini affinché intervengano dando una visione da un proprio ideale. La Cece, poi, ha evidenziato che i centri devono sempre educare ad una cultura della vita, per evitare che la tragedia di una gravidanza non desiderata si risolva con un'altra tragedia, l'aborto. La Cece chiede, dunque, che questa norma non entri in vigore finché non si possa assicurare che il suo sviluppo sia rispettoso con l'impegno educativo delle famiglie, il carattere proprio e l'autonomia dei centri e la professionalità dei docenti. 

LA FORZA DELLA PREGHIERA MISURATA DALLA SCIENZA.....FORSE CHE NON CONVIENE A TUTTI DI RITORNARE A PREGARE? MA CON FEDE !!!

La forza della preghiera ... apprezzata da misurazioni scientifiche

SCIENCE ET FOI n° 95 - APRILE 2010
J. Stovell1, uno studioso conosciuto per il suo ateismo, ha lavorato per anni nel campo dell'atomo. A tal fine, egli ha percorso delle vie fino ad allora sconosciute che hanno modificato le sue opinioni.
"Ero un ateo cinico che credeva che Dio non era altro che una rappresentazione della mente umana ... Un giorno, nel grande laboratorio di patologia di una clinica, mi apprestai a misurare le lunghezze d'onda e di forza delle radiazioni emesse dal cervello.
Volevamo esaminare ciò che accade nel cervello umano al momento del passaggio dalla vita alla morte. A tal fine, abbiamo scelto una donna con tumore al cervello alle soglie della morte. Questa donna era totalmente sana di mente: la sua abituale serenità e amabilità colpivano, ma, fisicamente, la sua condizione era gravissima. Noi sapevamo che stava morendo, e lo sapeva anche lei: questa donna era credente. Poco prima della sua morte, abbiamo posto nella sua stanza un apparecchio registratore molto sensibile per le misure cerebrali e sul letto un microfono per sentire le sue ultime parole; poi ci appostammo in una stanza attigua alla sua.
Eravamo nove scienziati scettici, tra i quali io ero certamente il più indurito; attendavamo, attenti, davanti ai nostri strumenti. L’ago dell’apparecchio, a zero, poteva raggiungere 500 gradi a destra in posizione positiva e 500 gradi a sinistra in posizione negativa. Per dare un'idea, la diffusione di un posto-radio i cui programmi erano diffusi con una forza di 50 kilowatt, in breve un’emissione capace di coprire tutto il globo, faceva segnare all’apparecchio una misura positiva di 9 gradi.
Gli ultimi istanti di vita della malata arrivarono. Improvvisamente, la sentimmo pregare e lodare Dio: Gli chiedeva di perdonare a tutti quelli che erano stati ingiusti con lei nella sua vita; poi disse: Io so, Signore, che Tu sei l'unica vera fonte di forza per tutte le creature, e che lo resterai; Lo ringraziava per la forza con la quale l’aveva sostenuta durante la vita, e per la certezza che aveva di appartenere a Gesù; che, malgrado le sue sofferenze, il suo amore per Lui non aveva mai vacillato. E, al pensiero che i suoi peccati le sarebbero stati perdonati per il Sangue di Gesù, una gioia indescrivibile irradiava dalle sue parole: ella, infatti, brillava di gioia all’idea che presto poteva vedere il suo Salvatore!
 “Commossi, restammo davanti alle nostre apparecchiature, dimenticando, a dire il vero, ciò che volevamo esaminare. Di colpo, mentre la donna continuava a pregare, sentimmo suonare il nostro strumento e vedemmo che l'ago arrivava a 500 gradi in positivo e continuava a basculare al limite massimo: la forza di irradiazione doveva superare la nostra scala. Abbiamo fatto per la prima volta una grande scoperta: il cervello di una donna morente che era in unione con Dio dispiegava una forza 55 volte più forte di qualsiasi lunghezza d'onda delle emissioni radio!
“Per condurre più lontano i nostri esperimenti, scegliemmo questa volta un uomo, anche lui malato. Una volta installato il nostro dispositivo, quando lui cominciò a reagire, fu grugnendo e bestemmiando; la differenza era tale che lo sentimmo abusare del Nome di Dio in un modo infame ...  E, di nuovo, il nostro apparecchio squillò: fummo davvero sorpresi di costatare che questa volta l'ago si trovava in negativo di 500 gradi, e bloccato al punto limite!
"È dunque con tali misurazioni che abbiamo potuto stabilire in modo certo quello che accade nel cervello umano quando si viola uno dei 10 comandamenti.

Così è stabilita con delle misure scientifiche appropriate, e in modo inconfutabile, la forza positiva dell'unione con Dio, e quella negativa del rinnegato ... Capimmo rapidamente che chi orienta la sua vita sulle vie di Dio e all’unione con Lui irradia di vita divina con effetti misurabili, ma chi trasgredisce uno dei comandamenti divini irradia degli effetti contrari, negativi, superiori all’abituale natura umana: in breve, una forza che possiamo chiamare satanica.
"In un batter d'occhio, la mia concezione atea del mondo si è spezzata: il ridicolo della mia incredulità divenne sempre più chiaro. Oggi, io so... Ho imparato a vedere in Gesù Cristo il mio Salvatore; io so che l'aureola che gli artisti hanno spesso dipinto attorno al capo di Gesù non è una fantasia artistica ma una realtà: questa forza liberatrice usciva un tempo da Gesù, e ancora oggi si irradia da Lui …
"E tu, caro amico, come reagirebbe per te l'ago dello strumento? Se sai che mostrerà una forza negativa, ti supplico, torna a Gesù che ci ha detto: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e Io vi darò riposo."
Questo testo risale al 1965, ma è'ovviamente confermato da studi più recenti.
Ecco, per esempio, degli estratti del professor Boguslav Lipinski, Boston (USA), del rapporto sulla misurazione dell’energia spirituale associata alla preghiera
Il Prof. Lipinski è specializzato in fenomeni bio-elettrici e svolge delle ricerche sulle malattie cardiovascolari a Boston; egli ha studiato le radiazioni in riferimento al principio di Einstein sull’unità dell’energia, sia essa elettromagnetica, nucleare, gravitazionale, ecc. Egli tenta di chiarire perché il dispositivo che registra delle energie di ordine fisico reagisce anche a fenomeni spirituali legati a dei luoghi santi e alla preghiera.
Il suo strumento di registrazione è comunemente destinato, nell'industria nucleare, a testare le radiazioni ionizzanti degli schermi: è un elettroscopio modello BT 400 BIOTECH, Canada ... L'unità di misura è il miliardo per ora (mR/h), la scala di misurazione è logaritmica e va da 0 a 1 milione di mR/hr. Le letture usuali vanno di solito da 0 a 15 mR/hr.
Risultati e conclusioni:

Le misure sono state prese in una parrocchia riconosciuta da Roma come centro mariano internazionale che si trova in Iugoslavia.
QUI Per 6 giorni consecutivi, dal 15 al 19 marzo 1985, in diversi momenti della giornata ed in luoghi diversi, sono state eseguite le misurazioni. Nella casa del signor Buntic. dove alloggiava il Professore, esse vanno da 100 a 1000 mR / hr.

Su una tabella dove sono indicate le 50 misure effettuate, si può leggere che nella Chiesa parrocchiale, a certe ore, vi sono solo 20 mR / h, ma si sale 1000 il 18 Marzo alle ore 17,15, poi a 10.000 alle 18; a 20.000 alle 19, e un picco di 100.000 nella "cappella delle apparizioni", all'ora della preghiera, il Venerdì 15 Marzo
.*
Elemento comparativo: nelle partite di hockey negli Stati Uniti, e anche in alcune Chiese, nonostante il fervore e l’entusiasmo, lo stesso apparecchio ha registrato solo da 20 a 70 mR / hr.
Le cifre estremamente elevate registrate durante certe preghiere, e la loro relativa rapida scomparsa, indicano che l’energia non può essere di origine nucleare. Per esempio, 100.000 mR / h, registrati il 15 marzo significano che le persone riunite dentro la chiesa sarebbero state sottoposte a 100 rad di radiazioni ionizzanti all’ora. Ora, la dose massima tollerabile è di 0,1 rad per GIORNO. Questo popolo avrebbe dunque dovuto morire per sindrome da post-irradiazione, il che non è avvenuto.
Quindi dobbiamo concludere che questa radiazione è di origine spirituale.
Questa energia spirituale non sembra essere associata al numero di persone che pregano insieme, ma piuttosto all’intensità, al fervore e alla qualità della preghiera. È 'probabile e plausibile che l’intensità della radiazione sia associata alla pratica del Digiuno, come indicato dal valore più elevato registrato il 15 marzo, avendo la quasi totalità dei parrocchiani di questo villaggio l’abitudine, in effetti, di digiunare due giorni alla settimana, e in particolare il Venerdì.
Infine, altra costatazione del professor Lipinski, l'irradiazione di questa forza spirituale si estende in tondo su una distanza di circa 1 km, ma si dissipa in tempi relativamente brevi: 5-30 minuti bastano per vederla scomparire.
Eh sì! Preghiamo con fervore e generosità!
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1 -MJ Stovell, studioso noto per il suo ateismo, lavorò per anni nel campo dell’atomo.

*Lo avrete capito ma sottolineo che si tratta di Medjugorje

martedì 13 luglio 2010

CHE CI PIACCIA O NO CI SIAMO DENTRO.IL NUOVO ORDINE MONDIALE E' PRONTO PER NOI..NON LO VEDIAMO! CE LO ESPONE DON CURZIO NITOGLIA


DON CURZIO NITOGLIA
13 luglio 2010






La vita ebraica è composta da due elementi: arricchirsi e protestare


(Nahum Goldmann, Le paradoxe juif, Parigi, Stock, 1976, p. 67).

 

L’impasse ebraica: “un passato che non passa” (la shoah)

e “un futuro che non arriva” (il falso “messia”)



Il dramma attuale del giudaismo, che sembra essere giunto allo zenit ed aver iniziato la sua discesa, è quello di essere tirato verso due parti opposte (come un torturato legato a due cavalli, che corrono uno verso nord e l’altro verso sud): il passato e il futuro, ma vissuti in maniera innaturale[1], poiché per definizione il passato è passato, andato via, finito, e il futuro presto o tardi si avvicina e si rende presente e la memoria perenne e costante della shoah è un “passato che non passa”, mentre l’attesa talmudica del messia è sempre in fieri. Ciò impedisce all’ebraismo di vivere nel momento presente: schiavo del passato sempre incombente e vittima del futuro mai prossimo, esso vive fuori della realtà[2]. David Banon ha scritto che la speranza futura messianica è l’essenza stessa del giudaismo attuale sino al punto che, se il messia dovesse arrivare realmente e cessasse la speranza futura, crollerebbe l’edificio intero del talmudismo rabbinico[3].
Senza Padre né messia e con una matrigna



Questo stato d’essere è patologico ed è aggravato, come ha scritto il famoso medico francese André Bergevin[4], dal fatto che il giudaismo talmudico o post-biblico è senza Dio-Padre[5] e schiavo di una madre iper-protettiva: la sinagoga rabbinica. Secondo il professor Bergevin il giudaismo attuale mostra tutti i sintomi di un disagio profondo e interiore, propri di un orfano tirannizzato da una matrigna e perciò asociale e dissociato.
Parricida e matricida

 

Sigmund Freud[6] ha trattato, fondandosi sul Talmud, il problema del desiderio anarchico del giudaismo di uccidere l’Autorità, il Padre (Dio) e la madre (sinagoga), mascherandolo dietro apparenze di scientificità medica, (quasi totalmente assente nel freudismo)[7], parlando di “complesso di Edipo e di Elettra”. Il nichilismo post-moderno (Marx e Freud) ha eretto a sistema filosofico ciò che vi è di più basso nella scala dei valori umani (materia e istinti). La Scuola di Francoforte (Teodoro Adorno, Herbert Marcuse, Wilhelm Reich, Erich Fromm, Jürgen Habermans) e lo Strutturalismo francese (Claude Levy-Strauss, Jean Paul Sartre, Jacques Lacan, Louis Althusser) si son serviti del marxismo psicanalitico e selvaggio per distruggere, in maniera parossistica a partire dal 1968, i valori europei.Elisabeth Badinter ammette che «il XX secolo ha segnato l’ora della morte dei valori virili dell’Europa, che erano arcaici»[8]. Wilhelm Reich dal canto suo commenta: «la mentalità familiare patriarcale e la mentalità mistica sono i fondamenti della psicologia di massa del nazionalismo fascista»[9].


Delirio di onnipotenza

 

Al tempo stesso, però, il giudaismo è anche vittima di un delirio di onnipotenza, poiché si ritiene ancora l’eletto, il superiore e il prediletto tra tutti i popoli. Martin Buber scrive: «l’umanità ha bisogno del giudaismo, perché esso è l’incarnazione delle più alte aspirazioni dello spirito»[10], ed Emmanuel Lévinas continua: «L’ebraismo è necessario all’avvenire dell’umanità […], esso è come una scala vivente che raggiunge il cielo»[11]. Il fatto che l’ebraismo odierno sia “senza Padre”, come scrive Bergevin, è confermato da Bernard-Hernry Lévy, il quale spiega come il giudaismo più che una religione sia una «costituzione, nel senso stretto, politico e sociale, che tiene unito un popolo. […]. Quindi l’ateismo non è un problema per il giudaismo»[12].


Dominio mondiale

 

Lo scopo dell’Israele post-cristiano è quello di conquistare il mondo intero, di instaurare un regno universale su tutto il globo. Pierre Lévy spiega che «gli ebrei possono essere di destra o di sinistra, liberali, marxisti o ortodossi, credenti o atei, ma non possono non essere partigiani dell’Impero globale d’Israele»[13]. Questa è l’unità del giudaismo rabbinico, apparentemente differenziato ma sostanzialmente uniforme; essa è una “utopia di cui l’ebraismo vive”[14] e tale scopo sta per essere raggiunto con il mondialismo, la globalizzazione e il “Nuovo Ordine Mondiale”, che hanno avuto il loro exploit con le due guerre del Golfo persico (1990, 2003), ma che hanno segnato anche l’inizio della discesa degli Usa e probabilmente - nell’immediato - anche quella d’Israele, che si appresta ad affrontare militarmente Iran, Turchia, Libano, Siria e Palestina.
Finis Americae?

 

Maurizio Blondet scrive: «solo dieci anni fa l’America si celebrava comel’unica superpotenza rimasta. […]. Il sistema sovietico era crollato perché sbagliato (e lo era realmente), dunque il sistema capitalista-finanziario e liberista americano s’era definitivamente confermato come vero perché vincente nella storia. Il capitalismo era lo stato definitivo dell’umanità, di cui nulla di migliore poteva essere pensato. […]. L’immensa potenza militare accumulata nella guerra fredda si traduceva per la prima volta in una superiorità senza pari. […]. Una finestra di opportunità da sfruttare, per conquistare nuove posizioni nel pianeta. […]. Nel 2002 i neo-con alla Casa Bianca (Cheney, Wolfowitz, Rumsfeld) dichiararono di riservarsi, con l’operazione contro l’Iraq, denominata da loro stessi “terrore infinito”, “l’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza di qualunque Stato” giudicassero minaccioso. […]. Questo sistema di credenze è l’aspetto ultimo di quella malattia del pensiero che è l’americanismo: la fede che la forza bruta, il gigantismo, la tecnologia e il “mercato” bastassero a risolvere tutti i problemi. Dieci anni dopo l’americanismo è incappato nei suoi tre problemi insolubili, che ne stanno provocando il crollo. Il collasso globale dei mercati, […] il disintegrarsi delle guerre d’aggressione, […] e da ultimo, l’inarrestabile fuoriuscita di tonnellate di greggio nel Golfo del Messico. Già alcuni la chiamano la Chernobyl di Obama. […]. Herve Kempf, su Truthout, paragona l’America di Obama all’Unione Sovietica di Gorbaciov»[15]. Tra dieci anni cosa sarà successo? Il crollo dell’impero israelo-americano? Tutto è possibile. “Chi vivrà vedrà”.


Progresso all’infinito

 

Israele non può fermarsi al punto in cui si trova, anche se è assai considerevole e pregiato, poiché si fonda pure, come scrive Gersom Scholem sul «mito del progresso costante dell’umanità»[16]. A partire dall’ottobre del 1917, data in cui nacque la rivoluzione bolscevica in Russia[17] e lord Balfour promise un “focolare” ebraico indipendente in Palestina, che divenne nel 1948 lo Stato d’Israele, il Sionismo non ha cessato di avanzare a passi da gigante sulla via del messianismo secolarizzato o del “paradiso in terra”, che ha avuto nel marxismo, nel liberalismo e nell’attuale mondialismo le sue tappe più importanti e che, come nel 1917 rivelò la Madonna a Fatima a tre pastorelli, avrebbe portato alla apostasia, al castigo e poi al trionfo del Cuore Immacolato di Maria[18]. È sorprendente notare che Pio XII il 1° maggio del 1948 scrisse la sua prima enciclica sulla Palestina (Auspicia quaedam), alla quale seguirono altre due. In essa il Papa invitava l’episcopato del mondo intero a chiedere per il mese di maggio del 1948 al Cuore Immacolato di Maria la pace per la Palestina. Proprio dalla Palestina è sorto il movimento che si è impadronito oggi di quasi tutto il mondo e che ci sta facendo scivolare verso il “terrore infinito”.


Antropocentrismo panteistico

 

L’antropocentrismo è uno dei fondamenti del talmudismo. Già nel 1902 Otto Weininger confessava: «il giudaismo è stato sedotto assai sovente dalle concezioni materialistiche e meccanicistiche, con l’esclusione della trascendenza»[19]. Come abbiamo visto sopra, «l’ateismo non è un problema per il giudaismo»[20] ed ogni antropocentrismo o panteismo è un ateismo mascherato. Il “dio” del giudaismo odierno, ossia post-cristiano, è Israele “padrone di questo mondo”, una forma di immanentismo socio-politico e razziale, caratterizzato dal più feroce anticristianesimo. Albert Memmi ha scritto: «Cosa significa il nome di “Gesù” per noi ebrei? La più grande impostura teologica e metafisica della storia universale, uno scandalo, una sovversione e una bestemmia. […]. Il “dio” dei cristiani è, in un certo senso, il diavolo»[21]. Come non vedere che il dialogo ebraico-cristiano è una contraddictio in terminis? L’antropocentrismo, l’immanentismo, il razionalismo e il naturalismo sono l’essenza della massoneria, la cui anima è la cabala o mistica ebraica anticristiana. Padre Giovanni Caprile scriveva che il vertice del segreto massonico è la «divinizzazione dell’iniziato»[22] e che negli alti gradi delle logge si pratica un’«ammirazione, almeno teorica, per Lucifero»[23]. Purtroppo, col Vaticano II e il post-concilio, l’antropocentrismo ha invaso anche l’ambiente cattolico[24].
Popolo nomade, apolide e razzista

 

Nahum Goldmann fa dipendere dalla «doppia appartenenza» al Paese che lo ospita e allo Stato d’Israele, la «contraddizione che tormenta l’ebraismo»[25] e ne fa un popolo in continuo movimento, senza vera Patria al di fuori di Israele, ma al tempo stesso fornito di una identità etnica fortemente razziale, per non dire razzista, che lo separa, lo isola da tutti gli altri, attirando prima o poi la loro avversione. Questa intima contraddizione Israele la porta anche attorno a sé e la trasmette ai suoi vicini. Il mondo attuale, specialmente dopo il 1968, rappresenta il Regno mondiale, quasi totalmente in atto, di Israele sulle Nazioni[26]. Esso è fatto di contraddizioni laceranti - a livello personale, familiare e sociale - , che lo rendono una specie di “inferno sulla terra”, una sorta di “Regno sociale di satana”, per sortire dal quale l’uomo abbisogna della grazia sovrabbondante di Dio e, come insegna la Storia sacra, di un terribile castigo come mezzo per uscire “a riveder le stelle”. Purtroppo, in questo ultimo mezzo secolo, si è battuta, anche in ambiente cattolico, la stessa strada della modernità immanentista. L’aggiornamento e l’ammodernamento o lo spurio connubio modernistico del cattolicesimo col mondo moderno ha fatto sì che i sacerdoti e gli uomini di Chiesa, anche nelle più alte sfere, non hanno più preceduto ma seguito il mondo e il popolo. Ne è conseguita, oltre il relativismo teoretico, una diminuzione di austerità ascetica, un enorme rilassamento di disciplina morale, che ha fatto perdere stima al cattolicesimo anche da parte del popolo, il quale, a causa dell’aggiornamento modernistico e secolaristico, disprezza gli ecclesiastici, avendo scorto in essi maggiori manchevolezze, scadenza di dottrina e di comportamento, normale e necessaria conseguenza dell’ammodernamento o del voler piacere al mondo più che a Dio. Così essi son diventati “spiacenti a Dio e a li nemici sui” (Dante, Inferno, III, 63). L’esatto contrario di ciò che aveva auspicato Pio XII nel messaggio radiofonico “Au moment” del 26 luglio 1954 ai pellegrini francesi presso il Santuario di Sainte Anne d’Aurayin cui li invitava a «respingere ogni pensiero malvagio, al coraggio di intraprendere grandi cose, a vincere il rispetto umano, a vincere l’egoismo, a servire ed obbedire pazientemente, […] ad amare la purezza, l’umiltà, la carità, […] a prendere in odio il peccato». Il Pontefice concludeva: «Quando il consacrato a Maria vede l’Immacolata calpestare il serpente infernale, non ha alcuna compiacenza per il male, ma è fiero di appartenere a Gesù e a Maria»[27]. La strada per uscire dall’attuale scristianizzazione, che va di pari passo con la giudaizzazione del mondo, è quella di una vera e sana “controriforma” che ritorni alla Tradizione divino-apostolica ed abbandoni i rivoli inquinati della modernità[28]. Infatti l’aver accolto i principi teorici della modernità e post-modernità ha condotto gli uomini di Chiesa a cadere nelle conseguenze pratiche e immorali che stanno venendo ora a galla sia negli Usa come in Belgio. Agere sequitur esse, modus agendi sequitur modum essendi.

 
DON CURZIO NITOGLIA

13 luglio 2010

http://www.doncurzionitoglia.com/nuovo_dis_ordine_mondiale.htm


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Note:


[1] Cfr. E. Benbassa, La souffrance comme identité, Parigi, Fayard, 2007;S. Hessel, Citoyen sans frontières, Parigi, Fayard, 2008; N. Goldmann, Le paradoxe juif, Parigi, Stock, 1976.
[2] D. Banon, Le Messianisme, Parigi, PUF, 1998.
[3] D. Banon, ibidem, p. 11.
[4] A. Bergevin, Révolution permissive et sexualité, Parigi, F. X. de Guibert, 2003; Y. Moncomble, La politique, le sexe et la finance, Parigi, Faits et Documents, 1989; R. Faligot – R. Kauffer, Porno Business,Parigi, Fayard, 1987.
[5] “Voi avete per padre il diavolo” dice Gesù ai giudei infedeli (Gv., VIII, 42) e ancora S. Giovanni nell’Apocalisse (II, 9) definisce “sinagoga di satana” l’attuale “religione” giudaica, rabbinico-talmudica.
[6] S. Freud, L’interpretazione dei sogni, 1900; Totem e tabù, 1912;Mosè e il monoteismo, 1934.
[7] Cfr. D. Bakan, Freud et la mistyque juive, Parigi, Payot, 1964, cfr. G. Valensin, La vie sexuelle juive, Parigi, Les Éditions philosophyques, 1981.
[8] E. Badinter, L’Un est l’autre, Odile Jacob, 1986, p. 215.
[9] W. Reich, La psychologie de masse du fascisme, Parigi, Payot, 1998, p. 165.
[10] M. Buber, Judaisme, Parigi, Verdier, 1982, p 31.
[11] E. Lévinas, Difficile liberté, Parigi, Albin Michel, 1995, 3° ed., p. 326.
[12] B. H. Lévy, Ennemis publics, Grasset, Flammarion, 2008, p. 168.
[13] P. Lévy, World philosophie, Odile Jacob, 2000, p. 12.
[14] A. Memmi, La Libération du Juif. Portrait d’un Juif, vol. IIParigi, Gallimard, 1966, p. 127.
[15] M. Blondet, in “Effedieffe”, 23 giugno 2010, “L’americanismo crolla sporcando il mondo”.
[16] G. Scholem, Le Messianisme juif, Parigi, Calmann-Lévy, 1971, p. 40.
[17] Sulla preponderanza dell’elemento ebraico nella rivoluzione sovietica cfr. A. Solgenitsin, Due secoli assieme. Ebrei e Russi prima della rivoluzione e durante il periodo sovietico, 2 voll., Napoli, Controcorrente, 2007. L’Autore dimostra che pur essendo il 5% della popolazione russa, gli ebrei erano il 50% dei quadri rivoluzionari bolscevichi.
[18] Cfr. A. Socci, Il quarto segreto di Fatima, Milano, Rizzoli, 2006.
[19] O. Weininger, Sexe et caractère, [1902], Parigi, L’Age d’homme, 1975, p. 255.
[20] B. H. Lévy, Ennemis publics, Grasset, Flammarion, 2008, p. 168.
[21] A. Memmi, La libération du juif. Portrait d’un juif, vol. I, Parigi, Gallimard, 1962, p. 184 e 190.
[22] G. Caprile, Perché la Chiesa condanna la massoneria, in “La Civiltà Cattolica”, 110 (1959), IV, p. 630; cfr. anche Id., La massoneria città di satana, Assisi-San Damiano, 1961.
[23] Id., La massoneria contro la Chiesa, in “La Civiltà Cattolica”, 108 (1957) IV, p. 586.
[24] Cfr. C. Fabro, La svolta antropologica di Karl Rahner, Milano,Rusconi, 1974; Id., L’avventura della teologia progressista, Milano, Rusconi, 1974.
[25] N. Goldmann, Le paradoxe juif, Parigi, Stock, 1976, p. 15 e 17.
[26] Cfr. J. Attali, Les juifs, le monde et l’argent, Parigi, Fayard, 2002;N. Glaber, Le royaume de leur reve. La saga des juifs qui ont fondé Hollywood, Parigi, Calmann-Lévy, 2005, B. Lazare, L’Antisemitismo. Storia e cause, CLS, Verrua Savoia (TO), 2000.
[27] AAS 46 (1954), p. 495 e 496.
[28] Cfr. B. Gherardini, Quod et tradidi vobis. La Tradizione. Vita e giovinezza della Chiesa, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, 2010.


giovedì 8 luglio 2010

UN ESPERTO,NON SOLO DI FINANZA,LEON ZINGALES HA POSTATO IL SUO ULTIMO ARTICOLO.CHE DIO E MARIA TI BENEDICANO DEL LAVORO SVOLTO!

MARTEDÌ 6 LUGLIO 2010



IL TEMPO DEL RIPOSO

Diceva Holderlin “..l’uomo da servo dell’Essere è divenuto padrone dell’ente, da angelo si è fatto mercante..è giunta mezzanotte, l’ora dell’ombra più lunga, l’ora in cui l’uomo obliatosi oblia l’oblio”.

Vivremo momenti veramente difficili nei prossimi anni: oscurata con colpevole scienza e con pervicace lavoro la luce della Fede, i popoli saranno sempre più spaventati, confusi, agitati. Eventi drammatici (naturali, politici, bellici ed economici) si susseguiranno in modo sempre più rapido, pietrificando nella paura, nella disperazione e nelle bestemmie le moltitudiniingannate dal pifferaio magico.

L’economia virtuale e finanziaria è semplicemente un mattone dell’imponente edificio innalzato dall’uomo in un luciferino desiderio di ribellione: la moderna torre di Babele, costruita con la squadra ed il compasso da muratori sotto l’ordine diretto del pervertitore.


Un’economia ormai disumanizzata, sguazzante nello scandalo della dissoluzione, della morte e della falsità (che ho cercato di descrivere in questo blog) è in procinto di implodere anche a causa di eventi naturali apparentemente casuali. L’edificio delle false certezze crollerà e, schiantandosi, si frantumerà in un mare di schegge diffondendo dolore e tristezza.

Per quanto mi riguarda è giunto il momento di godermi la gioia delle cose più semplici e più vere: prendermi cura della famiglia, passeggiare con gli amici, ritrovare la meraviglia dei tramonti in riva al mare.

Non è più il momento di urlare che l’iceberg è vicino, di fare la sentinella sulla nave guidata da complici marionette piena di incapaci marinai: alle grida di allarme, sempre sovrastate dalla chiassosa orchestra che muove la sfrenata danza, deve ormai seguire l’ora della contemplazione, del silenzio orante e del ringraziamento per le cose belle.

Pregava Novalis:”.. E da ogni dove si raccolgono intorno a Lui i suoi felicissimi discepoli; e mille lingue liete gli balbettano il loro amore e la loro gratitudine… Egli inietta con innumerevoli raggi la sua vita interiore nel mondo, l’amore sorseggia dalla sua coppa, e gli resta unito in eterno.”

Il lungo, complesso ma esaltante viaggio del blog termina qui. Vi ringrazio di cuore tutti, ormai numerosi amici. Vi chiedo soltanto (oltre a ricordarmi nelle vostre preghiere) di rileggere i contenuti del blog a distanza di un anno: il violento precipitarsi degli eventi farà sembrare sempre più chiari anche i punti più criptici.

Se soltanto in uno di voi lettori non credenti entrerà un semplice seme della speranza cristiana che aiuterà a sopportare il pesante fardello che ha da venire, tutto il lavoro svolto sarà infinitamente ricompensato.

Che Nostro Signore e la Vergine Maria Vi benedicano.

venerdì 2 luglio 2010

ANTONIO SOCCI RIVENDICA MARIA QUALE MADRE DI DIO E NON COME RAFFIGURATA NEL PALIO QUALE MADRE DI UN PROFETA,COME VUOLE L'ISLAM.

La Madre di Dio e il Palio di Siena

1 LUGLIO 2010  Antonio Socci

A Siena sta accadendo qualcosa di grave, dal punto di vista spirituale e simbolico, perpetrato dall’establishment cittadino, (post) comunista, con l’avallo dell’arcivescovo.

Qualcosa che avrebbe fatto insorgere Oriana Fallaci, ben più della Moschea di Colle val d’Elsa, e che dovrebbe far indignare tutti i cristiani e tutti coloro che hanno un minimo di consapevolezza culturale.

Prima che dalla Torre del Mangia – o magari dal campanile del Duomo – facciano cantare un muezzin, si devono sapere alcune cose: il Palio, l’antica corsa di cavalli delle contrade in Piazza del Campo, è una festa religiosa, una festa mariana.

Infatti quello del 2 luglio è da sempre dedicato alla Madonna di Provenzano, il santuario cittadino che conserva un’antica icona miracolosa della Vergine. Mentre il Palio di agosto, che si corre il 16 di quel mese, nasce e da sempre è dedicato alla Madonna Assunta che si celebra il giorno prima.

Del resto le contrade si formano precisamente nel medioevo come “popoli”, cioè attorno alle chiese parrocchiali della città e – come scrivono due senesi doc – è fortissimo “questo legame indissolubile fra il Palio e la fede cattolica (la processione dei Ceri e dei Censi, la festa dei tabernacoli, la benedizione del cavallo, le feste patronali delle contrade…..)”.

La devozione alla Madonna ha dato forma alla storia (anche civile) di Siena. Alla Madonna Assunta è dedicato il Duomo, ma anche “il campanone”, che è il simbolo della libertà comunale.

La grande facciata della cattedrale, definita una Summa di marmo, è una rappresentazione della storia umana che ha al centro la figura esile e dolcissima di Maria di Nazaret. E l’antica repubblica senese batteva moneta con la scritta “Sena Civitas Virginis”.

La Madonna – un po’ come in Polonia – era il simbolo stesso della libertà cittadina. Per questo “La Maestà”, cioè la Madonna in trono, è l’immensa tavola di Duccio, dipinta nel 1311, che stava sull’altare centrale della Cattedrale.

E per questo, negli stessi anni, l’altro grande pittore della città, Simone Martini, fu chiamato a dipingere un altro grande affresco della “Maestà” per la Sala principale del Palazzo pubblico.

Perfino il celebre affresco del Buongoverno del Lorenzetti, in filigrana, è un inno alla regalità di Maria.

Alla Madonna è dedicato pure il grande e antichissimo ospedale, “Santa Maria della scala”, fondato nel X secolo dai canonici della Cattedrale.

Ai piedi della “Madonna del voto” furono deposte le chiavi della città quando Siena, alla vigilia della battaglia di Montaperti, fu sul punto di essere assalita e distrutta: era il riconoscimento della sua regalità e non a caso il Palio di questo 2 luglio celebra proprio il 750° anniversario dell’evento.

Perché da allora sempre, nel corso dei secoli, il popolo di Siena è ricorso a Lei per la protezione da pestilenze, terremoti, guerre e ogni altra calamità.

La sua materna protezione – simboleggiata dal suo mantello – è stata rappresentata, nel corso dei secoli perfino sulle tavole dei libri contabili del Comune (le Biccherne), così come la stessa Piazza del Campo ha la forma del mantello della Vergine, in cui Ella accoglie i suoi figli, il popolo senese.

Per tutte queste ragioni da secoli si tramandano rigidissime norme iconografiche che devono essere rispettate nel dipingere ogni Palio che poi viene esposto in Cattedrale e nella Basilica di Provenzano e benedetto dal vescovo durante una solenne liturgia.

Queste regole prescrivono anzitutto che la tela debba avere al suo apice la Madre di Dio che veglia sulla città e governa, maternamente, la sua storia.

In passato il Comune – che assegna l’investitura al pittore – ha chiamato a dipingere il Palio celebri artisti come Guttuso, Sassu, Botero, Vespignani. Quest’anno il compito è stato affidato a un “pittore musulmano”.

Sia chiaro, non è questo il problema, checché ne dicano i leghisti. Fra l’altro sarebbe interessante sapere se sia sempre stato musulmano perché in un’intervista ha sorprendentemente detto: “ho scoperto la spiritualità dell’islam proprio in Italia”. E prima?

Casomai il fatto emblematico è un altro: questo pittore, Alì Hassoun, è libanese. Bisogna sapere che il Libano è l’unico Paese storicamente cristiano del Medio Oriente ed ha subito per secoli l’oppressione musulmana.

Con la seconda guerra mondiale, conquistata l’indipendenza, proprio perché Paese cristiano ha avuto un regime democratico (rarissimo in Medio oriente).

Ma 30 anni fa il Libano è stato militarmente invaso e soggiogato dalla Siria, nell’indifferenza dell’Occidente. E tantissimi libanesi sono dovuti scappare, esuli, perché cristiani.

Ormai da decenni i cristiani libanesi, che hanno subito pesanti persecuzioni, sono costretti a vivere sotto il “padrone” siriano.

Dunque ad Alì Hassoun il Comune – governato sempre dai comunisti – ha fatto dipingere il Palio. E lui ha rappresentato la Madonna con una corona dove stanno una croce, la mezzaluna islamica e la stella di David.

Un sincretismo che strizza l’occhio al più banale “politically correct”, ma che è un pugno nello stomaco per chi sa quanti cristiani sono stati massacrati dai turchi all’insegna della mezzaluna (e quanti sono oggi perseguitati).

Non solo. Attorno al volto della Madonna, Alì ha scritto in arabo “Sura di Maria”, in riferimento alla sura 19 del Corano dove ella è celebrata come madre di Gesù, che l’Islam ritiene un profeta, ma nega categoricamente che fosse Figlio di Dio, Dio fatto uomo (per l’Islam questa è la più grande bestemmia).

Cosicché abbiamo una icona che dovrebbe essere cristiana e celebrare la Madre di Dio, nella quale invece si celebra la Maria del Corano in cui è negata la divinità di Gesù, il fondamento del cristianesimo.

Come se non bastasse la figura centrale e grande del Palio è un presunto san Giorgio, che in realtà è un guerriero saraceno (somigliante al pittore), con la kefiah araba, che trafigge un drago, il quale rappresenta – dice Alì – “un demone”.

Qualunque musulmano lo interpreta come l’Islam che trionfa sull’infedele e sul grande Satana.

Qualche cristiano ha scritto all’arcivescovo, monsignor Buoncristiani al quale tutti questi simboli non danno alcun fastidio. Nemmeno l’arabo del Corano: mica è il latino della messa tridentina che al vescovo di Siena fa venire l’orticaria.

Alessandra Pepi e Giampaolo Bianchi, dicevo, gli hanno scritto:

“Come cristiani, molto prima ancora che come senesi e contradaioli, questo palio ci offende e ci pare una vera bestemmia… la supplichiamo di non permettere che questo dipinto entri nella Casa del Signore.

Lei solo ha l’autorità e la responsabilità della Chiesa di Santa Maria in Provenzano. Lei solo ha la responsabilità dei gesti liturgici che compie a nome di tutti i Suoi fedeli… La preghiamo: non benedica un’immagine che non è cristiana, una Madonna solo madre di un profeta!”.

Il caso vuole, peraltro, che proprio nella Basilica di Provenzano siano state esposte per secoli le insegne e le armi conquistate ai Turchi nella battaglia di Lepanto, come ex voto alla Madonna per aver salvato l’Europa intera dall’invasione turca e dall’islamizzazione.

Nessuno fra i cristiani vuole rievocare guerre. Ma evitare una profanazione sì.

Se è scontato che se ne infischino i comunisti, i quali non credono più a niente e, avendo visto crollare nell’orrore la loro ideologia, cercano di umiliare i cristiani “usando” i musulmani, non è accettabile che se ne infischi un vescovo.

Rievocando le lettere di santa Caterina al Papa, Alessandra e Giampaolo gli scrivono: “ ‘sia uomo virile e non timoroso’… Noi ci crediamo o no, che Maria sia la Madre di Dio? O è diventato solo un modo di dire?”.

Forse per certi vescovi è solo un modo di dire… Ed è la conferma di quanto ha detto il Papa l’altroieri: “il pericolo più grave” non sono le persecuzioni, perché “il danno maggiore” la Chiesa “lo subisce da ciò che inquina la fede”. Dall’interno. Urge una messa di riparazione.

 Antonio Socci

 Fonte:http://www.antoniosocci.com/2010/07/la-madre-di-dio-e-il-palio-di-siena/