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venerdì 2 aprile 2010

UN CONSIGLIO AI POLITICI CHE SI DICHIARANO VINCITORI: NON SOTTOVALUTATE IL VOTO DEI CATTOLICI E TRAETENE RIFLESSIONI ...........

AGGIORNAMENTO DEL 2 APRILE 

Pillola RU486, cresce lo scontro, Cota: mai contro la legge

Formigoni: contrari ma non ci opporremo. Roccella: cerchiamo protocollo unitario

02 aprile, 18:43

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/04/01/visualizza_new.html_1758818631.html



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RU486 / La pillola ha effetti "indesiderati":ora sono tutti-antibortisti

Assuntina Morresi  venerdì 2 aprile 2010

Per un’imprevista eterogenesi dei fini, la campagna radicale per l’ingresso della pillola abortiva Ru486 in Italia si sta trasformando nella più concreta battaglia culturale anti-abortista e pro-life degli ultimi anni.
La “vocazione naturale” della Ru486 è infatti quella di introdurre l’aborto a domicilio, trasformando l’interruzione di gravidanza da un problema sociale e un disvalore da prevenire e comunque da monitorare strettamente – come prevede la legge 194 – a un atto medico personale, che sconfina quindi in un diritto individuale, che quindi diventa veramente difficile prevenire.
Una banalizzazione solamente concettuale dell’aborto, visto che con la Ru486 la procedura è più lunga, dolorosa, incerta e rischiosa di quella per via chirurgica: banalizzazione però che, se non viene riconosciuta e smascherata, ottiene il risultato di rendere l’aborto invisibile, riportando le donne ad abortire a casa e svuotando nei fatti la 194, togliendone i pochi “paletti” previsti.
Un’eterogenesi dei fini, dicevamo, perché l’ostinazione con cui pochissimi giornali hanno continuato in questi anni ad informare correttamente l’opinione pubblica sulla realtà dell’aborto farmacologico, ha consentito nel tempo di chiarire il vero obiettivo dei suoi promotori, facendo emergere il conflitto dell’uso della Ru486 con la legislazione vigente. E’ stata l’occasione per ricordare a tutti che la legge 194 non definisce mai l’aborto un diritto, piuttosto lo considera un problema di tutta la società, e, almeno sulla carta, lascia ampi margini per la sua prevenzione.
E quando la politica se ne è occupata, con il governo Berlusconi, i nodi sono venuti al pettine e si è dovuto mettere bene in chiaro in che modo l’uso della Ru486 fosse compatibile con la legislazione nazionale: l’indagine della Commissione Sanità del Senato dello scorso autunno ha concluso che solo un ricovero ospedaliero per tutta la durata dell’aborto avrebbe garantito il rispetto della legge italiana, e la Commissione Europea ne è stata messa a conoscenza.
Un recente parere scientifico del Consiglio Superiore di Sanità, confermandone due analoghi espressi qualche anno fa sullo stesso argomento, ha dato la medesima indicazione: per tutelare la salute della donna che sceglie di abortire con la Ru486, deve essere effettuato un ricovero ordinario fino alla verifica dell’avvenuta espulsione dell’embrione (quindi di almeno tre giorni).
A questo punto anche i sostenitori della pillola abortiva non vogliono e non possono ammettere che il vero obiettivo è l’aborto “fai-da-te”, e per respingere questa accusa si trovano costretti a fare dichiarazioni pubbliche sempre e comunque a favore della vita nascente. Livia Turco, per esempio, che da ministro della Salute nel governo Prodi è stata il principale artefice dell’ingresso della Ru486 in Italia, oggi ha rivendicato che il suo governo – Prodi, appunto, quello dei DICO – si è occupato (ma quando?) di “tutela della maternità, politiche per la famiglia e prevenzione dell’aborto”.
L’ex ministro è in buona compagnia: Enrico Rossi, neo governatore della Toscana, assessore toscano alla sanità nella scorsa legislatura, “dimenticando” di essere stato il primo, in Italia a permettere l’uso della pillola nella propria regione con una delibera del consiglio regionale, ieri ha sottolineato l’impegno della sua regione per la prevenzione degli aborti.
Insomma, basta scorrere i lanci di agenzia di questi giorni per vedere il primo risultato dell’ introduzione della Ru486 in Italia: una gara a definirsi pubblicamente pro-life e contro l’aborto, e stendiamo un velo pietoso sui tentativi surreali di fare apparire “una vera antiabortista” perfino Emma Bonino, nei giorni scorsi di campagna elettorale.
E oggi tutti i neo governatori del centro destra si sono dichiarati pubblicamente e personalmente impegnati a favore della vita nascente, con i due leghisti Cota e Zaia, in particolare, decisamente contrari all’uso della Ru486 nelle regioni che governeranno.
Un vento nuovo, insomma, che soffia grazie alla battaglia sulla Ru486. Dove ci porterà? Vedremo.
Fonte :http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2010/4/2/RU486-La-pillola-ha-effetti-indesiderati-ora-sono-tutti-anti-abortisti/76856/


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AGGIORNAMENTO DEL 1° APRILE ANSA DELLE 17,44
Pillola abortiva Ru486


E' muro sulla RU486 stop da Zaia e Cota

I governatori leghisti di Veneto e Piemonte: la pillola abortiva va bloccata. Vaticano plaude


CORRELATI ASSOCIATE 

E' muro sulla RU486 stop da Zaia e Cota
ROMA - E' polemica sulla pillola abortiva Ru486 dopo che il neogovernatore del Piemonte Cota ha dichiarato che lascera' nei magazzini il farmaco e chiedera' ai direttori generali delle Asl di bloccarne l'impiego. E mentre il cappellano di Montecitorio e presidente della pontificia accademia sulla vita,  Mons.Rino Fisichella, plaude al neogovernatore del Piemonte, e il governatore del Veneto, Luca Zaia afferma ''non daremo mai l'autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali''. LEGGITUTTO




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AGGIORNAMENTO DEL 31 MARZO ANSA DELLE ORE 21,55:


RU486: Regioni frenano. Cota: resti in magazzino



Rossi, garantire liberta' di cura. Roccella, ritardi su prontuario

31 marzo, 21:55


(.....)  Un segnale forte della nuova aria che tira nelle regioni arriva dal neo presidente del Piemonte, Roberto Cota, che ha già fatto che le confezioni arrivate nella sua regione potrebbero restare nei magazzini, spiegando di pensarla in modo "completamente diverso" dall'ex presidente Mercedes Bresso. "Sono per la difesa della vita - ha detto Cota - e penso che la pillola abortiva debba essere somministrata quanto meno in regime di ricovero". E sulle scatole già arrivate, la conclusione polemica è che per lui "potranno marcire nei magazzini". LEGGI TUTTO


Aria nuova in regione Piemonte,da piemontese e in difesa della vita faccio, veramente di cuore, gli auguri al neo - Presidente, bravo,bravo,bravo e che Dio ti benedica !!!

Aria nuova anche nella regione Veneta,anche al neo - Governatore Zaia formuliamo i nostri più calorosi auguri.

Nella nostra piccolezza affermiamo che Dio certamente sarà loro vicino.

La scelta concreta e coraggiosa di questi novelli Governatori merita il rispetto ed il plauso di tutti.

Sfidare coloro che sbandierano l'aborto come un diritto e non come un abominevole crimine non è cosa da poco, specialmente oggi che si bada solo e sempre a difendere il diritto ..........si ,il diritto del più forte ed il debole viene sistematicamente calpestato.




PER APPROFONDIRE :

OGNI SINGOLO ABORTO VOLONTARIO E' UN' ENERGIA MALIGNA CHE SI SPRIGIONA OGNI 11 SECONDI : RIFLETTIAMO!!!


ABORTO: la prima causa di morte in Europa


http://fruimex.splinder.com/post/22403740/OGNI+SINGOLO+ABORTO+VOLONTARIO


Oltre che dello scandalo dei preti pedofili (vedi il post precedente) il cardinale Angelo Bagnasco ha parlato di aborto e di elezioni, nella sua prolusione al consiglio permanente della conferenza episcopale italiana, nel pomeriggio di lunedì 22 marzo.

Il cardinale non ha fatto nomi, ma il pensiero va inevitabilmente alle candidature di Mercedes Bresso in Piemonte e di Emma Bonino nel Lazio: già oggetto, quest’ultima, di moniti da parte del cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, e del suo predecessore Camillo Ruini.
Ecco come Bagnasco ha toccato la questione dell’aborto e l’ha collegata alle elezioni regionali del 28-29 marzo:*
È sul primordiale diritto alla vita che all’alba di questo terzo millennio l’intera società si trova a dover fare ancora l’esame di coscienza, non per caricare fardelli sulle spalle altrui, né per provocare aggravi di pena a chi già è provato, ma per il dovere che essa ha, per se stessa, di guardare avanti in direzione del futuro. E nonostante le apparenze o le illusioni, non le riuscirà di farlo se non schierandosi col “favor vitae”, sempre e particolarmente quando le condizioni siano contrastate, difficili, incerte.
Da qualche tempo, nella mentalità di persone che si ritengono per lo più evolute, si è insediato un singolare ribaltamento di prospettive nei riguardi di situazioni e segmenti di vita poco appariscenti, quasi che l’esistenza dei già garantiti, di chi dispone di strumenti per la propria salvaguardia, valga di più della vita degli “invisibili”. Come non capire che si consuma qui un delitto incommensurabile, e che lo si può fare solo in forza di una tacita convenzione culturale che è abbastanza prossima alla ipocrisia? Il rapporto, predisposto dall’Istituto per le politiche familiari a proposito dell’aborto in Europa, illustrato di recente a Bruxelles, forniva dati agghiaccianti: quasi tre milioni di bimbi non nati solo nel 2008, ossia ogni undici secondi, venti milioni negli ultimi quindici anni. E all’orizzonte nulla si muove che possa lasciar intravedere un qualsiasi contenimento di questa ecatombe progressiva, se si tiene conto che l’aborto ha ormai perso l’immagine di una pratica eccezionale e dolorosa, compiuta per motivi gravi di salute della madre o del piccolo, per diventare un metodo “normale” di controllo delle nascite.
Intanto già è in incubazione un’ulteriore silente rivoluzione, compiuta grazie alla diffusione di nuovi metodi abortivi sempre più precoci che – variando la composizione chimica, a seconda della distanza di assunzione dal concepimento – hanno come effetto quello di “far scomparire” l’aborto, agendo nel dubbio di una gravidanza in atto che la donna sarà così in grado di coprire meglio, rispetto agli altri ma rispetto anche a se stessa. Se venisse effettuato in casa, magari in solitudine, da problema sociale diventerebbe un atto di alchimia domestica, che non interseca più in alcun modo la collettività, neppure sul residuale versante sanitario. Dalla “pillola del giorno dopo” al nuovo ritrovato, chiamato sui giornali “pillola dei cinque giorni”, è un continuum farmacologico che, annullando il confine tra prodotti anticoncezionali e abortivi, ha già indotto ad una crasi linguistica – si chiamano infatti contraccettivi post-concezionali – che sfuma la precisione del momento per l’eventuale feto, e dunque l’esatta contezza dell’atto, minimizzando probabilmente l’urto del gesto abortivo, anzitutto sul piano personale, e poi anche su quello cultural-sociale. L’embrione, se c’è, non potrà annidarsi, e la donna non saprà mai che cosa effettivamente sia successo nel suo corpo, se una vita c’era ed è stata eliminata oppure no. A completamento del fatto, queste pillole tendono a diventare un prodotto da banco, accessibile a tutti, anche alle minori.
Diversa, di per sé, la logica della Ru486, che è prescritta quando c’è la certezza di una gravidanza in atto. Nella pratica reale però, l’aborto sarà prolungato e banalizzato, acquisendo connotazioni simboliche più leggere, giacché l’idea di pillola è associata a gesti semplici, che portano un sollievo immediato. E così la “rivoluzione” iniziata negli anni Settanta per sottrarre l’aborto alla clandestinità, al pericolo per la salute delle donne, al loro isolamento sociale, si chiude tornando esattamente là dove era cominciata, con il risultato finora acquisito dell’invisibilità sociale della pratica, preludio di quella invisibilità etica che è disconoscimento che ogni essere è per se stesso, fin dall’inizio della sua avventura umana. Domanda per nulla polemica: che cosa ci vorrà ancora per prendere atto che senza il principio fondativo della dignità intangibile di ogni pur iniziale vita umana, ogni scivolamento diviene a portata di mano?
In questo contesto, inevitabilmente denso di significati, sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale. L’evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare. In esso si trasferiscono non poche delle preoccupazioni cui si è fatto riferimento, giacché il voto avviene sulla base dei programmi sempre più chiaramente dichiarati e assunti dinanzi all’opinione pubblica, e rispetto ai quali la stessa opinione pubblica si è abituata ad esercitare un discrimine sempre meno ingenuo, sottratto agli schematismi ideologici e massmediatici.
C’è una linea ormai consolidata che sinteticamente si articola su una piattaforma di contenuti che, insieme a Benedetto XVI, chiamiamo “valori non negoziabili”, e che emergono alla luce del Vangelo, ma anche per l’evidenza della ragione e del senso comune. Essi sono: la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. È solo su questo fondamento che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata. Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società. Quale solidarietà sociale infatti, se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?…
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Il testo integrale della prolusione del cardinale Bagnasco è nel sito della CEI.

Fonte: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/22/bagnasco-2-la-questione-aborto-bussola-per-le-elezioni/



Almeno un po’, fatela soffrire

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Ieri il consiglio superiore della Sanità, organo del Ministero della Salute, ha deciso che in Italia la Ru486 si potrà prendere solo in ospedale, con un ricovero.
«Quindi, nel nostro Paese – diversamente da ciò che normalmente accade da anni in tutti i paesi della Ue (con l’eccezione dell’Irlanda e del Portogallo), negli Usa e in Canada – si autorizza una pillola che ha come funzione quella di evitare un gravoso ricovero ospedaliero, ma se ne vincola l’uso al ricovero ospedaliero: Con l’incredibile paradosso che la donna che abortirà chirurgicamente lo potrà farà in day hospital, mentre quella che avrebbe preferito evitare il bisturi e inghiottire una pillola lo dovrebbe invece fare restando chiusa in ospedale – senza motivo e con evidente stress psicologico – per almeno tre giorni». (Minerva-Fassari)
Oggi la Cei ha ringraziato: schierandosi contro Emma Bonino e Mercedes Bresso, invitando a votare in Piemonte e Lazio i candidati di Berlusconi.

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La Ru486 sbarca in Italia, al via gli ordini della pillola 'della discordia'

ultimo aggiornamento: 30 marzo, ore 14:22
Roma - (Adnkronos Salute) - Il 18 marzo scorso il Consiglio superiore di sanità ha confermato che l'unica modalità di erogazione della pillola abortiva è il ricovero ordinario, e non il day hospital. (VIDEO)

Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/La-Ru486-sbarca-in-Italia-al-via-gli-ordini-della-pillola-della-discordia_187040749.html

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